Uno dei metodi di risparmio alternativi che permettono di abbattere sensibilmente i costi della spesa è quello di rifornisi direttamente presos i produttori, saltando tutta la lunga e costosa catena di distribuzione. Per farlo ci si può rivolgere certamente al produttore in maniera diretta, ma si può anche aderire a uno dei tanti gruppi nti con questo scopo, che vanno sotto il nome di “gruppi di acquisto” o “di consumo”.
Vediamo dunque cosa, sono, come funzionano e quale risparmio consentono.
Gruppi d’acquisto
Quella dei gruppi d’acquisto è una tendenza nata circa già qualche anno fa: famiglie amiche o inquilini di un condominio, si univano per fare la spesa in campagna, direttamente dai piccoli coltivatori.
Anche oggi questo avviene, appunto perché i prezzi d’acquisto sono notevolmente inferiori e così aiutiamo l’occupazione locale e il lavoro dei piccoli coltivatori diretti, spesso svantaggiati dalla grande distribuzione. Lo stesso discorso vale per l’acquisto di carni, pollame, uova e molto altro
Gruppi di consumo
I gruppi di consumo esistono anch’essi da una decina di anni almeno, e sono formati per lo più da quindici, venti persone che abitano vicine o sono amiche: si uniscono e chiedono sia ai piccoli negozi sia ai supermercati e ai centri commerciali di avere una convenzione o uno sconto, assicurando una spesa periodica in blocco.
I gruppi di consumo sono particolarmente efficaci se vogliamo comprare beni durevoli presso lo stesso esercente, in cambio di uno sconto significativo: per esempio se entriamo in un negozio di elettronica in cinque o sei e chiediamo al negoziante di venderci sei televisori uguali, è certo che il risparmio sarà sensibile.
Gruppi d’acquisto solidale (Gas)
Sono gli eredi diretti dei gruppi citati prima e ne rappresentano la naturale evoluzione: sono formati da persone che si uniscono per acquistare generi alimentari e altro, in modo collettivo, esclusivamente dai produttori.
In questo modo riescono a ottenere prezzi migliori, acquistando vicino a casa riducono al minimo i costi dovuti al trasporto e non pagano i balzelli dovuti a chi commercia i prodotti tra i produttori e i consumatori finali.
Per le aziende, il guadagno è più alto perché risparmiano tempo e vendono in blocco. Ma perché si chiamano “solidali” questi gruppi d’acquisto? In generale perché non solo si limitano a spuntare i prezzi più convenienti, ma anche perché hanno la tendenza al rispetto dell’ambiente, a favorire coltivatori e allevatori che producono “biologico” e si preoccupano anche di dare un aiuto al terzo mondo.
Una delle caratteristiche di questi gruppi, senza dubbio la più importante, è che, superata l’aggregazione condominiale, si sono messi sul web: organizzati e coordinati a livello nazionale per scambiarsi informazioni sul come e il perché, ma anche e soprattutto, per procurarsi, grazie al numero considerevole di aderenti a ogni gruppo, quantità di prodotti rilevanti.
Ora sarebbe interessante capire come possiamo unirci a uno di questi gruppi: nulla di più semplice, basta entrare in rete e cercare il gruppo che fa per noi, tra quelli che vi si trovano, dando la preferenza a quelli presenti nella zona in cui viviamo. Ma se non ve ne fossero, tentiamo l’avventura e costituiamone uno unendo parenti, amici e conoscenti… potrebbe funzionare.