Fino al 1996, lo Stato italiano esercitava il monopolio sul collocamento, ossia agiva in maniera esclusiva da intermediatore tra lavoratori e datori di lavoro.
Nello specifico ogni datore di lavoro bisognoso di manodopera era obbligato a presentare una richiesta di assunzione all’ufficio di collocamento pubblico, esso gestiva le liste in cui erano iscritti tutti i disoccupati che ne avessero fatta richiesta e garantiva l’assegnazione delle occupazioni.
In sostanza aveva due funzioni fondamentali:
Da un lato aveva il compito di raccogliere i curriculum vitae dei cittadini suddividendoli per competenze, dall’altro rappresentava le aziende e gestiva le proposte di lavoro. Dunque l’ufficio di collocamento pubblico era l’unico tramite possibile per ottenere un lavoro.
Non essendovi alternative, tantissimi disoccupati si riversavano periodicamente in questi uffici stracolmi di pratiche fino a collassate, in una gestione complicatissima che lasciava comprensibilmente spazio ad errori e mal gestioni. Riuscire ad ottenere un posto di lavoro pareva un odissea e l’attesa di un occupazione in alcuni casi poteva durare anche anni.
Con un Paese in costante crescita, ed un aumento esponenziale della popolazione, la repubblica italiana si trovò a dover necessariamente modificare l’istituzione del collocamento che non poteva più richiedere una così laboriosa trafila.
Il monopolio pubblico venne gradatamente soppresso a partire dal 1996 con l’ammissione della cosiddetta assunzione diretta. A partire da questo momento in poi i datori di lavoro potevano procedere autonomamente alle assunzioni, selezionando in prima persona i lavoratori.
Ma il passo più importante venne fatto l’anno successivo, istituendo nelle varie province dei centri per l’impiego. Ciò abbatté il monopolio statale, in visione dell’autonomia dei privati. Vennero cioè costituite agenzie private di collocamento autorizzate a mediare tra offerta e domanda di lavoro.
Le agenzie di collocamento
Le agenzie di collocamento hanno sulle spalle una grande responsabilità: quella di gestire i dati personali dei prestatori di lavoro e garantire un equa assegnazione delle occupazioni. Esse devono necessariamente ricevere approvazione dal Ministero del Lavoro ed aver una sede fisicamente esistente, un adeguato capitale da investire, e riconosciuta professionalità.
La tecnologia moderna ha enormemente facilitato il compito di queste agenzie, che si avvalgono dell’informatizzazione per la gestione dei dati. E’ ormai in completo utilizzo il Sistema Informativo Lavoro che mette a disposizione online le liste di collocamento, permettendo la comunicazione tra agenzie situate in posti lontanissimi in Italia ed all’estero consentendo d’informare i lavoratori di possibili occupazioni in qualsiasi posto del mondo.
In garanzia degli interessi dei cittadini lo Stato ha imposto una rigida regolamentazione che ognuno dovrebbe conoscere per poter essere consapevole dei propri diritti. Le principali norme a riguardo sono le seguenti:
- Alle agenzie e’ assolutamente vietata ogni possibile discriminazione, sia essa basata sul sesso, sul ceto sociale, sulla razza, sulla cittadinanza, ideologia politica, religiosa, sindacale ecc.;
- E’ assolutamente tutelato il diritto alla privacy. Non possono assolutamente essere divulgati i dati personali degli iscritti a queste agenzie, almeno che non sia stato pervenuto un consenso scritto del diretto interessato.
- E’ importante ricordare che tali agenzie hanno l’obbligo di essere gratuite nei confronti dei lavoratori. Esse non possono pretendere pagamenti, se non piccolissime somme a titolo di rimborso spese.
I restanti costi andranno invece sostenuti dalle imprese che richiedono personale.
Come iscriversi a una Agenzia di Collocamento
Per iscriversi ad un agenzia di collocamento e’ necessario aver compiuto almeno 15 anni ed aver adempiuto agli obblighi scolastici. Saranno richiesti:
- dati anagrafici
- curriculum vitae (esso deve comprendere titolo di studio, precedenti occupazioni o esperienze)
- predisposizioni e disponibilità all’eventuale futura attività lavorativa