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welfare aziendale

Le più recenti Leggi di Bilancio, hanno portato a una definizione migliore della normativa che regola il welfare aziendale e i derivanti benefici fiscali, anche se il punto di riferimento rimane il Testo Unico delle Imposte sui Redditi, il cui articolo 51 elenca le iniziative che ne rientrano. In Italia si registra una sempre maggiore diffusione di piani di welfare aziendale, non soltanto poiché accrescono il benessere del nucleo familiare, ma anche perché risultano un vero e proprio vantaggio, sia per il dipendente che ne fa uso, sia per l’azienda.

Come funziona il welfare aziendale?

Come abbiamo visto, il welfare aziendale si compone di benefit, quali prestazioni, beni o servizi utili. Questi possono essere stabiliti tramite un contratto o regolamento aziendale e nascono quindi dalla volontà dell’impresa stessa. Vi sono però alcune regole da rispettare, ad esempio il welfare deve essere offerto a una categoria omogenea di dipendenti, la quale non deve necessariamente rispondere a specifiche qualifiche contrattuali, ma può includere impiegati che rispondono a parametri oggettivi. Alcuni di questi possono riferirsi ai livelli, alle mansioni, all’anzianità maturata in azienda o addirittura al ruolo gerarchico occupato. Maggiori approfondimenti sui criteri su come funziona il welfare aziendale si possono trovare online, ad esempio sul blog dedicato al vasto tema del welfare di Edenred.

Vediamo quindi alcuni esempi di soluzioni previste dalla normativa in materia di welfare:

  • rimborsi scolastici e servizi di istruzione come borse di studio (che rientrano della più ampia categoria delle spese familiari);
  • previdenza complementare;
  • buoni benzina;
  • contributi spesa;
  • assistenza sanitaria integrativa;
  • voucher;
  • buoni pasto;
  • auto aziendale;
  • rimborsi per il trasporto pubblico.

Vantaggi fiscali

Passiamo ora a descrivere in che modo il piano di welfare aziendale può diventare il più importante fra i vantaggi fiscali, in questo caso sia per le azienda che per coloro che lo ricevono.

I beni e servizi ricevuti tramite welfare sono totalmente esenti da tassazione, sia che vengano decisi dall’impresa sia che vengano concordati tra azienda e sindacati o che siano derivanti dalla conversione di un premio. In sintesi, il valore di tutti i benefit rientranti nel welfare è escluso dall’imponibile Irpef e dall’imponibile su cui vengono calcolati i contributi previdenziali. Per questo al dipendente conviene trasformare il proprio premio di risultato in iniziative di welfare di qualsiasi tipo in base alle proprie esigenze; se decidesse di riscuoterlo in denaro dovrà sottrarre la percentuale Irpef e la quota di contributi.

I vantaggi non sono unicamente per chi conduce l’attività lavorativa, ma anche per l’azienda stessa. In questo caso il vantaggio fiscale principale consiste in un abbassamento notevole del costo del lavoro, dal 30 al 40% calcolato sugli importi lordi. Quindi, erogando la medesima somma, l’attività sarebbe in grado di abbattere notevolmente il cuneo fiscale.

Gli effetti positivi in azienda

Finora ci siamo limitati ad elencare gli aspetti che generano benefici di carattere fiscale, ma l’applicazione del welfare aziendale influisce molto anche sul clima lavorativo. Secondo recenti studi, infatti, le iniziative di welfare creano più engagement nei dipendenti, rendendoli più motivati e legati sul piano personale all’azienda. Questo aumenta notevolmente la produttività e migliora il rapporto con i datori di lavoro. Per l’azienda significa minor assenteismo, tempi più brevi per i rientri dai congedi e riduzione del turnover, in quanto tempo libero e tempo lavorativo si conciliano più facilmente.

A questo si aggiunge un aspetto spesso ancora sottovalutato, ovvero l’employer branding: i dipendenti diventano dei veri e propri testimonial dell’azienda, rendendola più attrattiva e migliorandone la reputazione. I processi di selezione si accorciano diventando al tempo stesso molto più efficaci in quanto i nuovi candidati, avendo già sentito parlare dell’azienda dagli attuali dipendenti, avranno più informazioni per capire se si tratta di un posto di lavoro adatto a loro. Pertanto, è bene considerare l’impatto che l’introduzione del welfare avrebbe non soltanto sul piano prettamente economico, ma anche su quello sociale.

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Milena Talento27 Novembre 2014

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