Come avviare un FabLab e un Laboratorio di Stampa 3D

La stampa tridimensionale è forse la tecnologia più affascinante e utile degli ultimi anni, che continuando ad evolversi può abbattere notevolmente i tempi e i costi di produzione. Se ne siete talmente appassionati da volerne fare il vostro lavoro, ecco come bisogna procedere per avviare un’attività di questo tipo.

Come aprire un Fab Lab e un laboratorio di grafica 3D

La Stampa 3D

Il 3D Printing – ovvero la stampa tridimensionale – non è altro che un’evoluzione della Stampa 2D (bidimensionale) e quindi permette di riprodurre disegni in dei modelli reali a tre dimensioni, operazione permessa per merito di specifici modeling software.

La Stampa 3D è ormai sempre più diffusa in tantissimi utili settori della società, come la medicina legale, la paleontologia, l’ingegneria e l’architettura, nonché l’arte. Ogni settore “stampa” i suoi oggetti con un particolare macchinario (3D Printer o Stampante 3D) che somma diversi strati di materiali uno successivo all’altro per poi “renderizzare” il modello finale.

Ci sono tante e diverse tecniche, e tanti e diversi sono anche i materiali che si possono usare. Per questo motivo investire in questo settore decisamente attuale e in espansione rimane ancora un’astutissima e fruttuosa mossa imprenditoriale.

Del resto, un FabLab o Laboratorio di Stampa 3D è una bottega in tutti i sensi dove il cliente viene a scegliere o presentare il suo progetto richiedendo magari la consulenza di esperti di design creativo, ottenendo infine un oggetto fatto su misura.

Ecco perché il mercato del 3D Printing andrà ad interessare sempre più settori, finanche quello della gioielleria permettendo alle persone di creare dei gioielli personalizzati presentando in boutique un loro progetto.

Quindi, se decidete di investire in questa attività sempre più in crescita, decidete di investire in un settore che nel prossimo futuro promette molto. Anche perché aprire un Fab Lab non richiede dei particolari titolo di studio, e rimane sempre un’idea portatrice di grandi soddisfazioni.

Tutti gli imprenditori – per lo più giovani, va detto – che hanno deciso di intraprendere tale attività sono molto soddisfatti come il trentenne che nel 2013 per primo ha aperto a Milano un laboratorio di questo tipo, riuscendo ad ottenere grandi risultati.

Come avviare un FabLab

Come detto, quindi, nella primavera del 2013 questo giovane insieme a pochi soci hanno avuto l’idea che si è rivelata fortunata di aprire il primo laboratorio di Stampa 3D nel capoluogo lombardo, dopo aver seguito – come ammette lui stesso – i pochi FabLab già attivi nel Bel Paese e nella convinzione che in tali Labs si celasse la formula utile a produrre e promuovere l’innovazione.

Si, avete letto bene: pochi. Infatti nel 2013 erano pochissimi i FabLab attivi in Italia e la cosa che più lascia sorpresi è che quei pochi che c’erano erano sorti tutti lontano da Milano, che invece era allora come oggi la città più attiva dal punto di vista imprenditoriale nel nostro Paese.

A distanza di anni a Milano e in Italia i FabLab si sono moltiplicati a vista d’occhio, numeri che lasciano intendere quanto questo fenomeno e questo tipo di attività sia vista con grande interesse in Italia.

Per cui se anche voi volete addentrarvi in questo ancora fruttuoso settore continuate a leggere perché questa guida nasce proprio per aiutarvi e fornirvi regole e suggerimenti per l’apertura, la gestione e lo sviluppo di questi innovativi laboratori.

Per renderla più fluida e fruibile, baseremo la guida su 3 campi principali, ovvero: Quali macchine e tecnologie occorrono e qual è il loro costo; Quali sono le forme organizzativo-giuridiche da scegliere; Che tipo di competenze richiede quest’attività.

Iniziamo subito!

Quali macchine e tecnologie occorrono e qual è il loro costo

Come detto, un FabLab (abbreviazione di Fabrication Laboratory) è un laboratorio condiviso di fabbricazione digitale, in cui le protagoniste a livello tecnologico sono le cosiddette macchine a controllo numerico, cioè strumenti controllati dal proprio PC con dei software specifici.

Nello specifico, un FabLab deve sempre avere questi strumenti al suo interno:

  • Laser Cutter
  • Plotter da taglio
  • Frese CNC
  • Stampanti 3D
  • Scanner 3D

Queste sono le macchine new generation, ovvero quelle più tecnologiche. Ma non dimenticate che un laboratorio di buona qualità deve comunque avere macchine analogiche di quelle più classiche, quindi trapani, saldatori, macchine da cucito, seghe a nastro e anche circolari, nonché un banco meccanico con gli strumenti più classici quali martelli, pinze e cacciaviti cui aggiungere un banco per l’elettronica per resistenze, potenziometri, led, diodi e per le piattaforme open source quali Rasberry Pi e Arduino.

Parliamo di costi, e lo facciamo dividendo i FabLab in tre differenti tipologie:

  • Mini FabLab, un laboratorio con macchine piccoline e poco raffinate che può sostenere la realizzazione di oggetti piccoli (prototipi, per lo più) ed esprimere tutte le sue potenzialità in formazione e didattica su digital fabrication. Il costo di un Mini FabLab è di circa €10.000, cifra che vi consentirà l’acquisto di macchinari con piano di lavoro di pochi decimetri cubi e quindi la produzione di oggetti piccolini.
  • Medium FabLab, laboratorio che prevede Stampanti 3D delle stesse dimensioni del Mini ma vi consente di avere plotter, laser cutter e frese CNC con aree di lavoro di qualche mq e quindi di costruire utensili e oggetti un po’ più grandi e professionali. Il suo costo è di circa €20.000.
  • Maxi FabLab, con Stampanti 3D di grandi dimensioni e di grande livello, così come estremamente precisi e raffinati sono tutti gli altri strumenti che vi consentiranno di avere oggetti ben definiti, grandi e altamente professionali. I valori economici di questi macchinari non hanno una crescita lineare, ma potremmo dire esponenziale e proprio per questo l’apertura di un Maxi FabLab raggiunge cifre piuttosto ingenti, andando anche a superare i €100.000.

C’è però da dire – in ottica di qualche risparmio – è che il bello di un FabLab e delle sue tecnologie è che molti strumenti e macchinari si possono auto-costruire andando a scaricarsi dei progetti dalla rete.

Quindi partirete da un investimento iniziale più contenuto (in termini economici) investendo in risorse di tempo di intelletto, potendo poi nel tempo implementare e migliorare il vostro laboratorio.

Quali sono le forme organizzative-giuridiche da scegliere

Per questo passo – aiutandovi a capire quale strumento amministrativo è più utile alla gestione di un FabLab – vi riportiamo i passi più importanti della Charter del Global Network dei FabLab.

Tale Charter non prevede certamente obblighi, ma vuole solo dare indicazioni il cui rispetto è importantissimo per l’adesione al Global Network FabLab e poter quindi usufruire di quel marchio.

  • Accesso: il FabLab può essere impiegato per la costruzione di praticamente ogni oggetti, ma bisogna imparare a farlo da soli e a condividere l’impiego del laboratorio con altri utenti.
  • Istruzione: nel FabLab la formazione avviene facendo progetti e imparando dagli altri. Quindi gli utenti si spera contribuiscano ad istruzione e documentazione di quanto fanno e apprendono.
  • Segretezza: tutto ciò che viene sviluppato e progettato nel FabLab deve poi rimanere a disposizione per un uso individuale. Tuttavia la proprietà intellettuale può godere di protezione come e quanto vuole l’utente.
  • Business: ci possono essere attività commerciali nel FabLab, ma tali attività non devono entrare in conflitto con l’attività standard e il libero accesso del laboratorio. È meglio che queste attività commerciali si sviluppino fuori e non dentro il laboratorio, e che siano utili e fatte per laboratori, inventori e reti che hanno reso possibile il successo di quel FabLab.

Vediamo come questa Charter abbia una vocazione Open e quindi specialmente i primi FabLab hanno scelto l’associazionismo come forma aggregativa. Nel tempo, però, è uno strumento che si dimostra insufficiente perché non è adatto a seguire i grandi margini di crescita (a livello imprenditoriale e non solo) di tali laboratori.

I FabLab di più recente fondazione infatti hanno scelto la doppia gestione amministrativa, quindi sono Associazioni/SRL. L’Associazione è utile per la gestione di dinamiche per divulgazione e formazione primaria no profit; la SRL è utile per il rapporto con aziende e privati per ciò che riguarda consulenze e alta formazione.

Che tipo di competenze richiede quest’attività

Non dovete intendere un FabLab come semplice officina o laboratorio, perché si presenta più come trasposizione nel mondo fisico del settore digitale: infatti un FabLab deve gestire ogni giorno nel suo lavoro i concetti di creative commons, community, sharing, e wiki.

Quindi per aprire un FabLab servono naturalmente delle competenze meccaniche ed elettroniche (che si individuano in maker o artigiani digitali) ma anche delle capacità tipiche di social digital manager, di professionisti che sappiano ben gestire community e team di lavoro flessibili che i FabLab creano in ogni progetto.

Una figura che deve gestire dei gruppi senza leadership e senza gerarchie, che di fatto è la vera novità in un settore professionale altrimenti ancora altamente gerarchico. Quindi un buon FabLab vede la figura del tecnico e quella del Social Digital Manager lavorare insieme per la buona organizzazione dei processi in questi laboratori del futuro.

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Milena Talento
Classe 1985, una laurea in Filosofia e una passione per il web nata ai tempi dei convegni universitari su Merleau-Ponty e i neuroni specchio. Autodidatta dalla A alla Z, comprende le potenzialità lavorative ma soprattutto economiche delle emergenti professioni tecnologiche e decide di sfruttare le proprie abilità letterarie e logiche applicandole ad un ambito nuovo. Da qui si affaccia alla professione di copywriter che coltiva per diversi anni. Scrive per alcuni e-commerce emergenti (tra cui Dalani e Zalando), si appassiona alla programmazione dei siti web, ma soprattutto agli algoritmi di Google. Circa 10 anni fa apre una web agency con cui si occupa di comunicazione a 360°. Guidaconsumatore.com viene acquistato nel 2018, dopo anni passati a lavorare in redazione come copy e seo.
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