Che cos’è l’Islam
La parola Islam significa sottomissione totale ad Allah (Dio) e oggi si usa per indicare la religione monoteista nata nel VII nella penisola araba nei pressi della città della Mecca. Secondo la tradizione è stato l’Arcangelo Gabriele in persona a rivelare a Maometto i principi della religione, considerati dogmi e oggi raccolti nel Corano, il libro sacro dell’Islam. La forma attuale in cui il Corano si presenta come una fedele riproduzione di quella che fu la compilazione per opera del terzo Califfo Othman e si compone di 114 capitoli, dette sure.
Oggi i fedeli di questa religione sono circa 1,6 miliardi di persone e vengono chiamati musulmani, che significa “dedito a dio”. Gli arabi considerati popolo di Maometto rappresentano solo il 20% di tutti i musulmani, che professano la loro religione in tanti altri paesi. In alcuni di questi, l’Islam è religione di Stato, come l’Arabia Saudita, lo Yemen del Nord, il Kuwait, il Pakistan, l’Iran, l’Iraq, l’Egitto, il Marocco, il Sudan, la Tunisia, la Siria, l’Algeria, le Maldive, il Bangladesh, la Turchia, l’Afghanistan e la Malaysia.
Chi era Maometto
Secondo la tradizione, Maometto è nato alla Mecca nel 571 d. c., da una famiglia di commercianti. Dopo averso perso i genitori si dedica alla vita nomade e si aggrega alle carovane commerciali dirette in Siria. All’età di 25 anni si sposa e riconosce nella moglie, che lo rende padre di tre figli maschi e di quattro femmine, la sua prima seguace e credente.
La vita di Maometto può essere suddivisa in tre periodi.
La Mecca
Il primo periodo vede Maometto incaricato si sistemare la sacra pietra nera, un meteorite che si credeva essere stato collocato in quel punto da Abramo in persona, in un angolo dell’edificio della Ka’ba. Dopo questo incarico Maometto si ritira in preghiera presso il monte Hira, fino a quando, una notte, nell’ultima decade del Ramadam del 610, non riceve l’apparizione in sogno di un angelo che gli mostra un rotolo di stoffa ricoperto di segni e gli comunica la prima rivelazione di Allah. Da quel momento Maometto diviene il Profeta di Allah, fino a quando, a causa di diverse persecuzioni dei clan politesiti, non è costretto a fuggire e trovare rifugio nella città di Medina.
Medina
Nella città di Medina Maometto fa costruire la prima moschea e si impone alle comunità locali. Nel 627 respinge un attacco a Medina e attribuisce la vittoria ad Allah, introducendo per la prima volta il concetto di guerra santa (jihad) come strumento di espansione politica. Il suo successo lo porta a recarsi in pellegrinaggio alla Mecca, di prendere possesso della pietra nera e di proclamare la Mecca città santa dell’Islam: da questo momento in poi tutti i fedeli vi si recano in pellegrinaggio almeno una volta all’anno.
Gli ultimi anni
È considerato il periodo di maggior trionfo per Maometto e il momento in cui la nuova religione si lega indissolubilmente al mondo arabo e recide i legami con quella giudaico-cristiana; Maometto non è più il profeta che continua l’opera di Gesù e di Abramo, ma un uomo che proclama che la vera fede è quella di Abramo, un uomo né cristiano, né ebreo, ma semplicemente sottomesso a Dio, muslim, dall’arabo. Da questo momento in poi i musulmani in preghiera non si rivolgono più verso Gerusalemme, ma verso la Ka’ba, i fedeli possono essere poligami, il venerdì sostituisce la festività ebraica del sabato e il Ramadam diventa il mese del digiuno.
La dottrina dell’Islam
Il dogma su cui si basa l’Islam è che Dio è unico e si chiama Allah. La shari’a (nata in origine come la via che portano al luogo in cui gli animali bevevano) ha poi assunto il forte significato metaforico di via che deve essere seguita, intesa come legge e sistema di doveri religiosi, politici e morali, al di sopra del diritto statale.
All’interno di questo contesto si collocano i cinque pilastri dell’Islam, intesi come gli insegnamenti fondamentali che tutti i musulmani devono rispettare per ambire al paradiso:
- Credere nella professione di fede
- Pregare cinque volte al giorno con il capo rivolto verso la Mecca
- Fare la carità
- Digiunare durante il Ramadam
- Fare il pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita
I doveri dei musulmani
Uno dei doveri più importanti che un musulmano deve compiere è il Ramadam, che prevedere l’astensione dal bere, mangiare, fumare e avere rapporti sessuali dall’alba al tramonto durante il mese indicato. Bambini, anziani e malati sono esenti dal Ramadan.
Il calendario islamico è di tipo lunare e questo significa che il Ramadan, a seconda dei periodi, può cadere in estate come in inverni. Al tramonto, il Muezzin, pronuncia una formula in lode a Dio, e invita tutti i fedeli a interrompere il digiuno. Il mese del Ramadam, per i musulmani, è considerato un periodo di festa e l’occasione perfetta per preparare i migliori cibi della tradizione. L’intero mese è dedicato a Dio e ogni musulmano si impegna a comportarsi nel modo migliore, senza litigare con gli altri, mentire e comportarsi male.
L’altro grande dovere del musulmano è quello di recarsi alla Mecca almeno una volta nella vita. I pellegrini devono indossare una tunica di stoffa bianca formata da due panni non cuciti e per prima cosa devono girare per sette volte intorno al Ka’ba, baciando la pietra nera a ogni giro compiuto. Poi si percorrono i 500 metri che separano le due colline che ricordano la storia di Agar e del figlio Ismaele, salvati da una sorgente d’acqua sorta dal nulla nel deserto e da cui oggi si può attingere per toccare l’acqua santa.
Il rito continua con la raccolta di alcuni sassi che vengono scagliati contro tre pilastri di pietra, nel villaggio di Minà, che ricordano il sacrificio di Abramo. Il pellegrinaggio si conclude con la festa del sacrificio, talvolta sostituito con l’elemosina.
Alcuni fedeli concludono il loro pellegrinaggio alla Mecca sulla tomba di Maometto, a Medina, e con il pellegrinaggio a Gerusalemme. Oltre a La Mecca e Medina, anche Gerusalemme è città santa per i musulmani, luogo dove sorge la moschea del Califfo Omar, che con la cupola dorata domina l’intera città. La città è inoltre importante per i musulmani perché, secondo la tradizione, proprio da Gerusalemme Maometto sarebbe asceso in cielo.
I musulmani e l’alimentazione
I musulmani, secondo i precetti della loro religione, possono mangiare carne solo se gli animali sono stati sgozzati quando ancora erano vivi. Se l’animale non sanguina durante l’uccisione, la carne è proibita. Il maiale è vietato per i musulmani, così come è vietata la carne di animali che si cibano di rifiuti. Oltre a questo, l’Islam vieta anche le bevande alcoliche e in generale tutte le bibite che fanno perdere la lucidità.
Le varie correnti dell’Islam
L’Islam è una realtà variegata, per motivi geografici e di etnia, e racchiude in sé diverse correnti che spesso corrispondono a credenze e precetti diversi.
La forma più antica di Islam professata è quella tramandata da Maometto, ma a partire già dal VII secolo l’Islam è stato oggetti di vari contrasti che hanno portati a scismi e divisioni. Nell’Islam si possono distinguere tre principali correnti; sciti, sunniti e scismatici.
Gli sciti considerano Ali, cugino e genero del loro Profeta, l’unico successore di Maometto. Secondo questa corrente Maometto, prima di morire, ha confidato ad Ali tutti i segreti più profondi sulla religione e che questi, a sua volta, li abbia trasmessi alla sua famiglia e ai suoi discendenti. Gli sciiti, ai cinque pilastri fondamentali dell’Islam, ne aggiungono un sesto, rappresentato dall’importanza della figura degli Imam, considerati i diretti discendenti di Ali e i custodi dell’antica sapienza.
I sunniti, invece, rappresentano la componente maggioritaria dell’Islam, circa il 90%. Secondo i sunniti la Sunna, ossia la consuetudine, basata sull’omonimo testo sacro, è la corretta interpretazione del Corano e qualsiasi altra interpretazione che si discosti da quella tradizionale è da considerarsi erronea.
Gli scismatici, infine, sono un gruppo di diverse correnti. La prima è formata dai kharijti, che sostengono un codice etico molto rigido, la seconda è quella degli yazidi, molto presente tra la popolazione curda, che prende il nome dal Califfo Yazid I. Questa corrente è anche conosciuta con il nome di “timorosi di satana”, proprio per per il divieto assoluto, associato alla paura, che queste popolazioni hanno di pronunciare il nome di Satana.
Altro gruppo etnico- religioso è formato dai drusi, che prendono il loro nome dal predicatore Muhammad ibn Isma’il a Darazi. Queste popolazione si diffusero poi in Siria e credono che Dio si incarni per gradi, e per periodi, in uomini dalle imprese eccezionali, primo fra tutti il Califfo al-Hakim. I drusi hanno l’obbligo di professione di fede e quello di dire sempre la verità, mentre non seguono il digiuno previsto dal Ramadan e il pellegrinaggio alla Mecca.