Piercing: linea guida sull’idoneità come donatori
E’ accettabile divenire donatori di sangue quando si è fatto un piercing soltanto se gli strumenti utilizzati durante l’ applicazione erano in quel momento completamente sterili, ed essi sono stati utilizzati una sola volta.
Bisogna comunque aspettare dodici mesi per stabilire se esiste una possibile contaminazione del sangue, indipendentemente dalla sterilizzazione degli strumenti. Questa regolamentazione è creata per ridurre la trasmissione dell’ Epatite”.
Tatuaggi: linea guida sull’idoneità come donatori
Aspettate dodici mesi prima di donare il sangue dopo aver fatto un tatuaggio. Questa norma è stabilita per proteggere dalla trasmissione delle Epatiti. Sarete invece accettati se il vostro tatuaggio è stato fatto in uno studio che garantisce e certifica l’uso di tecniche completamente sterili.
Mentre in Italia è una regola diffusa quasi ovunque, in USA, ad esempio, soltanto pochi Stati hanno delle leggi che regolano la pratica dei tatuaggi; quindi, molti dei donatori americani si troveranno a dover attendere più di dodici mesi dopo aver fatto un tatuaggio, per poter donare il proprio sangue.
Domande per la sicurezza
Quando andate in una “banca del sangue” per una donazione, vi verranno fatte una serie di domande per determinare se siete compatibili o meno come donatori. Ovviamente, i medici non vogliono rischiare di accettare del sangue contaminato, perciò vi porranno domande riguardo alla vostra vita sessuale, al vostro attuale stato di salute e vi chiederanno anche sicuramente se negli ultimi dodici mesi avete fatto o meno un tatuaggio o applicato un piercing.
Tutto il sangue che viene donato viene analizzato per controllare l’ esistenza di eventuali infezioni come l’ HIV, l’Epatite, la Sifilide e altre delle malattie del sangue più comuni. C’è da dire, che il tempo impiegato per verifiche e controlli, sia da parte delle banche del sangue che dai donatori, è davvero molto. Inoltre spesso ci si accorge che è stato reperito e conservato del sangue che è in realtà contaminato ed è perciò non utilizzabile.
Vengono fatte queste domande ai donatori proprio per non perdere del tempo prezioso e per verificare in anticipo le potenzialità di rischio del donatore. Poiché le pratiche per questo tipo di cose sono spesso molto più sicure rispetto a tante altri tipi di interventi o cure, tatuarsi o avere un piercing non implica necessariamente la presenza di un’ infezione nel sangue.
Esiste in ogni caso, la possibilità di avere un’ infezione e non esserne assolutamente a conoscenza, magari pregressa e non legata a questo tipo di intervento. Le Epatiti in particolare, sono state oggetto di molte e difficili discussioni al riguardo, e hanno fortemente determinato la regolamentazione esistente.
Se contrarrete un’ infezione dopo aver fatto un tatuaggio o un piercing, il problema emergerà solo dopo dodici mesi dal momento in cui effettuerete un’ analisi. Questa è la motivazione che determina il tempo di attesa.
Questo è probabilmente un modo ultra attento di affrontare la cosa, ma pensate davvero che vi piacerebbe essere la persona che riceve il sangue infetto? Anche se la possibilità è minima, ricordate che: “prevenire è sempre meglio che curare!”.
L’articolo è da aggiornare.
Dall’aprile del 2005 con l’entrata in vigore del Decreto “Protocolli per l’accertamento della idoneita’ del donatore di sangue e di emocomponenti” la sospensione è passata da un anno a 4 mesi.