Identikit del Taekwondo
Il Taekwondo è un’arte marziale coreana che, in patria, rappresenta lo sport nazionale e che negli ultimi anni si è diffusa in tutto il mondo. In coreano, tae significa “colpire con il piede”, kwon “colpire con il pugno”, do “arte”, “metodo”, “via”: ecco che dunque il nome di questa arte marziale può essere sostanzialmente tradotto con “L’arte del calcio e del pugno”.
Il Taekwondo riunisce in sé molte diverse pratiche: tecniche di combattimento, difesa personale, competizione sportiva, esercizio fisico e, in alcuni casi, anche profondi aspetti filosofici e meditativi. Per come viene praticato il TaekwoTaekwondondo al giorno d’oggi, esistono due branche principali: il quello “tradizionale”, che si riferisce all’arte marziale definita dall’esercito sudcoreano fra gli anni ’50 e ’60 dello scorso secolo, e che si rifà ad elementi (nomi e simbolismi) che affondano le proprie radici nella storia antica, e il Taekwondo “sportivo”.
Quest’ultima branca si è evoluta dall’arte marziale tradizionale, a partire dalla quale si è poi focalizzata su obiettivi differenti: la velocità e la competizione. Attualmente esistono due tipologie di Taekwondo sportivo: la più importante si rifà alla World Taekwondo Academy (Kukkiwon) con sede a Seoul, ed è una disciplina olimpica (“Gyeorugi”) dal 2000. L’altro stile deriva invece dalla International Taekwon-Do Federation (ITF).
Nonostante esistano differenze fra i due principali stili per quanto riguarda l’insegnamento e gli aspetti tecnici il Taekwondo presenta una base comune. Questa arte marziale infatti enfatizza l’utilizzo dei calci sfruttando la loro notevole forza e la maggior portata raggiungibile, entrambe molto superiori a quelle dei pugni.
L’allenamento nel Taekwondo, oltre alle tecniche di calcio, include anche pugni, colpi con la mano aperta, bloccaggi, leve articolari e proiezioni. In alcune scuole vengono insegnate inoltre le tecniche che sfruttano i punti di pressione sensibili del corpo (jiapsul), tecniche di difesa personale e lotta a terra tipiche di altre arti marziali come ad esempio il Judo e l’Hapkido (un’altra arte marziale coreana).
Secondo le stime più recenti, il Taekwondo viene praticato in 188 paesi del mondo, e conta su oltre 50 milioni di praticanti.
Storia del Taekwondo
In Corea, le più antiche arti marziali derivavano dall’unione di tecniche di combattimento a mano nuda sviluppate dai tre regni rivali di Goguryeo, Silla e Baekje. Fra di esse il subak, ed in particolar modo la sua diramazione taekkyeon, erano le più popolari e venivano insegnate già attorno al XII secolo ad un’élite di guerrieri detti Hwarang. Insieme all’addestramento militare i guerrieri ricevevano anche una accurata formazione intellettuale ed imparavano storia, filosofia, etica, tattica militare e sport equestri, e questo li rendeva una classe molto importante della società, sia in tempi di pace che in guerra.
Durante la dinastia Joseon, che regnò in Corea dal 1382 sino alla fine dell’Ottocento, le arti marziali tradizionali coreane vissero un periodo di forte decadenza e vennero relegate a semplice pratica di addestramento militare. Con l’occupazione della Corea da parte del Giappone, che iniziò nel 1910 per concludersi con la fine della seconda guerra mondiale, tutto ciò che riguardava il nazionalismo e l’identità coreana venne represso o bandito dagli invasori.
Accadde dunque che discipline tradizionali come il taekkyeon e il subak diventarono fuorilegge e l’unico modo per i coreani di dedicarsi alle arti marziali ai tempi dell’occupazione nipponica era emigrare all’estero. Fu così che molti coreani, in seguito a questi fatti, entrarono in contatto alle arti marziali cinesi, giapponesi e della Manciuria.
L’occupazione da parte del Giappone finì nel 1945 e da allora furono molte le scuole di arti marziali, dette kwan, che vennero fondate in Corea. Le influenze sul tipo di stili insegnati in queste scuole sono comprensibilmente numerose: molti ritengono che il Taekwondo moderno derivi direttamente dalla arti marziali tradizionali coreane (taekkyeon e subak), mentre altri trovano molte più affinità con il Karate e con altre tecniche di combattimento asiatiche.
Durante la Guerra di Corea (1950-53) l’insegnamento del Taekwondo fu introdotto nell’addestramento militare e venne ordinata una riforma delle scuole coreane, affinchè tutte confluissero sotto un unico sistema; all’epoca ne esistevano ben nove principali. La nuova arte unificata venne battezzata “Taekwondo” nel 1955, e per facilitare il processo di integrazione nel 1959 fu fondata la Korea Taekwondo Association (KTA).
Ciononostante, la standardizzazione delle metodiche non dette i risultati sperati e le nove scuole continuarono ad insegnare ciascuna secondo il proprio stile. Nel 1973 venne infine fondata la World Taekwondo Federation (WTF) che riunisce le scuole di Taekwondo a livello mondiale.
Un momento molto importante per il Taekwondo furono le Olimpiadi di Seoul del 1988, nel corso delle quali si tenne una dimostrazione di quest’arte marziale. Il Taekwondo diventò ufficialmente disciplina olimpica nel corso dei Giochi del 2000, svoltisi a Sydney; Judo e Taekwondo rappresentano al momento le uniche due arti marziali ad essere rappresentate alle Olimpiadi. Dal 2010, infine, il Taekwondo venne introdotto fra le discipline dei Giochi del Commonwealth, conquistando così definitivamente un ruolo di primo piano nel panorama sportivo mondiale.
Pratica del Taekwondo
Il Taekwondo è un’arte marziale che si distingue da tutte le altre per via dell’enfasi che pone nell’utilizzo delle tecniche di calcio. I motivi sono due: le gambe sono in grado di arrivare più lontano e di colpire con più forza rispetto ai pugni, ma c’è anche un motivo storico. Tradizionalmente, infatti, i coreani ritenevano che le mani fossero “troppo importanti” per rischiare di ferirle in combattimento.
La pratica del Taekwondo si rivolge a persone di tutte le età, dai bambini agli adulti, senza distinzione di sesso. L’intenso allenamento fisico è in grado di migliorare aspetti come forza, velocità, potenza, equilibrio, coordinazione, riflessi e resistenza.
Per l’esecuzione delle tecniche di calcio è anche fondamentale allenare la mobilità articolare e la flessibilità, con una grande enfasi sulle tecniche di stretching: questa preparazione fisica è indispensabile per i combattimenti, e regala salute e benessere nella vita di tutti i giorni.
Non sono certo da sottovalutare i benefici della pratica del Taekwondo a livello mentale ed emotivo. Con il Taekwondo si migliora la percezione di sé e del proprio corpo, imparando a riconoscere i propri limiti e cercando di migliorarsi continuamente. Fattori molto importanti sono rappresentati anche dal rispetto per l’avversario e dalla capacità di tenere sotto controllo la propria emotività.
La scuola dove viene insegnato il Taekwondo è detta do-jang, ed il suo maestro di più alto grado è chiamato kwan-jang-nim; altri maestri sono detti sa-beom-nim, gli istruttori sono i gyo-san-nim mentre, infine, gli assistenti istruttori sono detti jo-kyo-nim. Il Taekwondo si pratica a piedi nudi su un tatami (pavimento formato da tappetini di gomma), anche se i professionisti possono talvolta indossare particolari scarpette.
Per quanto riguarda le protezioni individuali, i praticanti sono obbligati ad indossare caschetto, paradenti, guantoni, parapiedi, parastinchi, paraseno per le donne o corpetto imbottito e conchiglia per gli uomini. Grazie all’introduzione di queste protezioni, il rischio di farsi male è ridotto al minimo.
Tecniche del Taekwondo
Tipicamente, nelle scuole di Taekwondo – indipendentemente dal loro stile di appartenenza – viene impartito un insegnamento di base che comprende:
- Aspetti tecnici di base del Taekwondo: calci ed altre tecniche
- Sequenze codificate di movimenti dette “forme”, che idealizzano combattimenti reali e comprendono tecniche di difesa e di contrattacco (poomsae, hyeong o teul)
- Combattimento a coppie (detto gyeorugi o matseogi), che può essere libero, a punti, oppure seguire schemi di allenamento prestabiliti finalizzati all’apprendimento di particolari tecniche
- Tecniche di sbilanciamento e proiezione (deonjigi e tteoreojigi)
- Tecniche di autodifesa
(dette hosinsul) - Preparazione atletica generale, sia con lavoro aerobico che anaerobico
- Stretching
- Esercizi di rilassamento e di meditazione
Oltre a questi aspetti generali esistono tecniche particolari, riservate solo ai praticanti più abili ed esperti. Si tratta delle “tecniche di rottura” (gyeokpa o weerok), utilizzate per l’allenamento e per le dimostrazioni pubbliche di arti marziali. Solitamente vengono rotte tavole di legno, ma anche mattoni, piastrelle, blocchi di ghiaccio e così via. Queste dimostrazioni possono essere decisamente spettacolari, e consistere in prove di forza pura, di velocità oppure acrobatiche (il praticante deve rompere una o più tavole compiendo salti particolarmente impegnativi).
Uniforme e gradi del Taekwondo
Tipicamente gli allievi di Taekwondo indossano una uniforme detta do-bok, di colore bianco ma talvolta anche nera o colorata, costituita da una casacca e da un paio di pantaloni lunghi ed ampi. A seconda della disciplina praticata e del contesto, possono essere indossate casacche di diversa foggia: una molto tipica assomiglia alla casacca di un kimono, con due lembi da sovrapporre l’un l’altro avvolgendoli intorno alla vita; gli atleti della International Taekwondo Federation (ITF) indossano una giacca con chiusura verticale mentre quelli della World Taekwondo Federation (WTF) una casacca con scollo a “V”.
Tutti i praticanti di Taekwondo indossano una cintura, detta dti, il cui colore identifica il grado raggiunto. Come in molte altre arti marziali asiatiche, più scuro è il colore della cintura, e più alto è il grado del praticante.
La gerarchia del Taekwondo comprende due categorie principali: dieci gradi “inferiori”, detti geup, che si distinguono per via delle cinture di diverso colore; chi inizia parte dal decimo geup (l’equivalente della cintura bianca) avanzando progressivamente verso il primo geup (spesso indicato da una cintura rossa con una striscia nera). I gradi “superiori” sono detti dan, e corrispondono alle cinture nere; appena conseguita la cintura nera si è al primo dan, poi si procede via via crescendo sino al nono dan che rappresenta il massimo livello.
Per passare da un livello al successivo i praticanti devono superare un esame nel quale devono dimostrare di saper padroneggiare le tecniche del Taekwondo richieste per quel particolare avanzamento. Gli esami sono giudicati da una commissione di istruttori e diventano sempre più complessi e impegnativi man mano si avanza di grado.
Approfondire il Taekwondo
Siti internet
Federazione Italiana Taekwondo (FITA)
La FITA è la Federazione Sportiva Nazionale che in Italia disciplina l’attività del Taekwondo ed è riconosciuta dal CONI e dalla World Taekwondo Federation (WTF). Sul sito ufficiale è possibile trovare informazioni sul Taekwondo e sulla sua storia, consultare il calendario degli appuntamenti in programma, rimanere informati sulle news e accedere ad un interessante raccolta di fotografie e video.
I.T.F. Taekwondo Italia “Choi Jung Hwa Organization”
L’Associazione “I.T.F. TKD Italia”, affiliata alla ITF (International Taekwondo Federation), comprende società, associazioni sportive ed organismi sportivi che in Italia praticano e promuovono la diffusione del Taekwondo. Sul sito è possibile documentarsi sul Taekwondo e sulle attività svolte a livello nazionale, sia di insegnamento che di competizione.
Video
- Cos’è il Taekwondo – Video di presentazione del Taekwondo della FITA
- Taekwondo spiegato dai nostri campioni italiani – Video della FITA
- Olimpiadi Pechino 2008 – Taekwondo Video Highlights
Libri
- Titolo: Taekwondo. La storia, le tecniche, l’evoluzione
Collana: Sport, fitness e benessere
Autore: Martino Fumarola
Editore: Elika
Anno: 2003
Lunghezza: 128 pagine - Titolo: Il manuale del taekwondo
Autore: Pietro Fugazza
Editore: Linea Grafica Stampa & Design
Anno: 2005
Lunghezza: 272 pagine - Titolo: Taekwondo. I Poomsae basilari 1-8
Autore: Alfredo Tucci
Editore: Jute Sport
Anno: 2009
Lunghezza: 160 pagine - Titolo: Taekwondo. I Poomsae basilari 9-17
Autore: Alfredo Tucci
Editore: Jute Sport
Anno: 2009
Lunghezza: 160 pagine