Le zanzare sono insetti appartenenti alla famiglia dei ditteri Culicidi; in Italia se ne stima la presenza di circa 60 specie diverse, ma la maggior parte appartiene al genere Culex. La caratteristica distintiva di questi insetti è l’apparato boccale che, esclusivamente nelle femmine, è di tipo “pungente-succhiante”, mentre nei maschi è solo “succhiante”: non sono in grado di pungere. In termine tecnico le zanzare maschio sono infatti glicifaghe, ovvero si nutrono di sostanze zuccherine come ad esempio melata o nettare prodotti dalle piante, mentre le femmine sono ematofaghe: devono necessariamente rifornirsi di sangue per portare a termine la maturazione delle uova. Quindi, sono esclusivamente le zanzare femmina a pungere l’uomo e tutti gli altri animali: mammiferi, uccelli, rettili, anfibi.
Come difendersi dalle zanzare
Questi insetti possiedono rapidi tempi di sviluppo, e nelle zone temperate si possono contare anche 15 o più generazioni all’anno. Lo sviluppo delle zanzare è legato alla presenza di acqua stagnante, nella quale vengono deposte le uova e dove avverranno le fasi di sviluppo post embrionale delle larve. Ciascuna zanzara è in grado di deporre fino a 500 uova in una sola volta, e l’adulto sfarfalla in un periodo di tempo che varia in funzione delle temperature: d’estate, il ciclo può completarsi in pochi giorni. La presenza delle zanzare viene in genere segnalata da aprile ad ottobre, con un picco di abbondanza nei mesi centrali dell’estate (verso metà agosto-metà settembre).
Nonostante la fastidiosità di questi insetti, bisogna chinarsi davanti alla meraviglia della natura che li ha dotati di veri e propri “computer di bordo”, sofisticati ed efficienti, che permettono loro di trovare con facilità la propria preda (noi). Dal punto di vista delle zanzare, il nostro corpo è un vero e proprio faro nell’oscurità: emette infatti tutta una gamma di sostanze, dette cairomoni, che segnalano all’insetto la nostra presenza e gli permettono di dirigere con facilità la sua rotta verso di noi.
Quali sono queste sostanze? Gli studi non hanno ancora gettato luce su tutti gli aspetti del problema (e questa è un’indicazione della complessità di tali meccanismi chimici), ma sembra che in particolar modo siano l’acido lattico e altre sostanze presenti nel sudore e nel sebo. Un ruolo importante è giocato anche dal vapore acqueo e dall’anidride carbonica emessi dal nostro corpo durante la respirazione. Anche gli stimoli termici e visivi sono importanti: ad attrarre le zanzare è anche la nostra temperatura corporea, ed il colore della pelle (e, analogamente, il colore dei vestiti che indossiamo: in particolare nero, blu e tutti i colori scuri). Sembra inoltre che le zanzare siano attratte dal profumo di cosmetici, prodotti per la pelle, creme ed unguenti.
Infine, come se non bastasse, le zanzare che hanno con successo individuato un ospite da sfruttare ne segnalano la presenza alle altre femmine della stessa specie rilasciando sul corpo del malcapitato dei ‘feromoni di aggregazione’, ovvero sostanze chimiche che riescono ad attirare altri insetti col messaggio “qui si mangia”: un circolo vizioso decisamente sgradevole.
Una volta che la zanzara ha individuato la sua preda, si appoggia delicatamente al suo corpo ed estroflette il suo apparato boccale, un vero e proprio stiletto in grado di penetrare nella pelle dell’ospite. Contemporaneamente alla puntura, viene emessa una sostanza anticoagulante che contrasta l’azione delle piastrine e permette al sangue di defluire senza interruzione all’interno del corpo dell’insetto. È proprio questa sostanza che è responsabile del prurito che, inevitabilmente, segue ad ogni puntura e ci tormenta anche per una decina di giorni.
La zanzara tigre
Questa zanzara, il cui nome scientifico è Aedes albopictus, è originaria del sudest asiatico ed è stata segnalata per la prima volta in Italia nel 1994. Si è adattata molto bene alle condizioni climatiche del nostro Paese ed in certe aree geografiche, soprattutto nella bassa Pianura Padana, è addirittura infestante.
La zanzara tigre è facilmente riconoscibile per la colorazione “tigrata” del suo corpo, che presenta una distintiva alternanza di bande trasversali nere e bianche. Tende a vivere nei luoghi freschi ed ombreggiati come, ad esempio, i viali alberati delle città, ma anche le siepi e l’erba alta. A differenza della zanzara comune, la zanzara tigre può riprodursi anche in presenza di piccolissime quantità di acqua (come, ad esempio, nei sottovasi o nei barattoli sul ciglio della strada) ed è estremamente resistente alla siccità: sono proprio queste spiccate capacità di adattamento che hanno consentito a questa specie di diffondersi con successo in mezzo pianeta.
Mentre la zanzara comune entra in attività al crepuscolo e durante le ore notturne, dalla zanzara tigre dobbiamo difenderci anche con la luce del sole, poiché questo insetto ha una forte attività anche diurna. Purtroppo, predilige la specie umana: pur essendo in grado di pungere anche altri mammiferi, uccelli e rettili, è proprio del nostro sangue che questa zanzara è particolarmente ghiotta. E il comportamento della zanzara tigre è molto più aggressivo rispetto a quello delle specie “nostrane”.
Quali sono i rischi derivanti dalle punture di zanzara?
Mentre nel mondo occidentale le zanzare sono più che altro un fastidio, nei Paesi tropicali e in quelli in via di sviluppo esse rappresentano un problema sanitario decisamente rilevante. Attraverso il loro morso, infatti, le zanzare sono in grado di trasmettere malattie pericolose come malaria, encefalite, febbre gialla e numerose altre. Proprio per questo, prima di mettersi in viaggio per qualsiasi destinazione, è opportuno controllare sul sito del Ministero della Salute (vedi link in fondo alla pagina) al fine di controllare se per il Paese nel quale ci recheremo è consigliato o obbligatorio vaccinarsi per le malattie potenzialmente trasmesse dalle punture di insetti.
Da noi il problema sanitario è limitato, ed in particolare riguarda la trasmissione della filariosi, una malattia causata da un nematode (un piccolo verme parassita) che si manifesta sull’apparato cardiocircolatorio dei cani. È buona norma, a tal proposito, vaccinare il proprio animale contro la filaria prima dell’inizio di ogni estate, e questo soprattutto nella Pianura Padana dove la malattia è a carattere endemico.
Per fortuna si trattò di casi sporadici e l’allarme rientrò presto, ma nel 2007 in Emilia Romagna furono diagnosticati sull’uomo diversi casi di Chikungunya, una malattia tropicale di natura virale diffusa dalla zanzara tigre. La malattia si manifesta con febbri alte e, nei soggetti più deboli può anche essere letale; fortunatamente, nel nostro Paese i casi non furono gravi e le autorità sanitarie tengono in continuo monitoraggio la diffusione dell’insetto vettore.
Escludendo le patologie più gravi, le semplici punture di zanzara, per quanto fastidiose a causa del prurito indotto, non sono di per sé pericolose. Sicuramente va prestata una maggiore attenzione nei confronti dei bambini, poiché la loro pelle delicata può facilmente presentare reazioni allergiche e, talvolta, infezioni a livello cutaneo. Nel caso di puntura, si consiglia di applicare del ghiaccio per alleviare la sensazione di prurito e, ove ci fossero reazioni allergiche, trattare la zona interessata con creme cortisoniche a dosaggio leggero.
La lotta estensiva alle zanzare
Prima di tutto, il contrasto alla diffusione di questi insetti è compito degli organismi pubblici, che devono provvedere ad adeguate campagne di controllo, monitoraggio e disinfestazione sul territorio di loro competenza. La lotta alle zanzare in termini estensivi significa combattere le fasi larvali, e quindi implica azioni sulle zone acquitrinose e stagnanti, ma anche su risaie, tombini, vasche di accumulo, cisterne.
Per combattere le zanzare si può ricorrere a prodotti come insetticidi chimici, bioinsetticidi (basati su batteri o funghi nocivi solo nei confronti delle larve) oppure alla lotta biologica. In quest’ultimo caso vengono sfruttati i predatori naturali delle zanzare: pesci carnivori e diversi insetti (per esempio, cimici d’acqua e libellule) che predano le larve; gli adulti di zanzara invece possono essere predati da altri insetti, uccelli, anfibi e mammiferi come i pipistrelli. La tutela di queste specie, minacciate dalle attività umane, contribuisce non solo al mantenimento della biodiversità ma si rivela un efficace alleato nei confronti della lotta alle zanzare. Basti pensare al pipistrello, che sta gradualmente scomparendo dai centri abitati a causa dell’inquinamento e della mancanza di habitat nel quale trovare rifugio: nel corso di una nottata, un solo esemplare può eliminare oltre 500 zanzare!
Altre metodologie utilizzate sono ad esempio la cattura massale (basata su trappole contenenti esche in grado di attirare le zanzare) e la tecnica del maschio sterile, ancora in fase di sperimentazione ma molto promettente. Questa pratica è basata sull’allevamento in laboratorio di una grande quantità di maschi di zanzara, che vengono sterilizzati per irraggiamento e rilasciati nell’ambiente: essi competeranno per le femmine con i maschi selvatici e, siccome la femmina in genere si accoppia solo una volta, non avverrà la produzione di uova.
Combattere le zanzare in casa
Nonostante gli sforzi degli enti pubblici, le zanzare comunque non possono essere completamente debellate e ciascuno di noi si ritrova, prima o poi, a cercare le soluzioni più adatte al problema.
Il modo più semplice (e salutare!) di combattere i fastidiosi insetti è l’installazione di zanzariere su tutte le finestre di casa. Tale intervento comporta uno sforzo dal punto di vista economico che, tuttavia, rappresenta un valido investimento nel tempo. Le zanzariere possono durare efficacemente anni, se di buona qualità, e ci risparmiano dall’acquisto in futuro di alternative chimiche che, oltre ad essere costose, non sono nemmeno sempre indicate dal punto di vista della salute. Per proteggere i più piccoli, inoltre, è consigliabile il posizionamento di zanzariere direttamente sulla culla o sul lettino.
L’alternativa più utilizzata in mancanza di zanzariere (peraltro indispensabile quando ci si trova all’aria aperta), è l’utilizzo di repellenti per il corpo. In commercio ne esistono numerosissime varietà, con diversa modalità di applicazione; la scelta di creme, salviettine imbevute, spray o stick dipende chiaramente dalle nostre preferenze personali. In genere, comunque, è meglio scegliere prodotti da spalmare direttamente sulla pelle (roll-on o stick) perché i vaporizzatori delle lozioni o delle bombolette spray determinano spesso la dispersione del prodotto nell’aria. La scelta dovrebbe anche essere mirata nei confronti di quei prodotti che si basano su principi attivi naturali, come ad esempio il geraniolo o la citronella.
Possiamo anche decidere di proteggere la nostra casa con dispositivi che determinano il rilascio nell’aria di sostanze chimiche ad azione repellente, come ad esempio i diffusori elettrici (con piastrine o gel), gli zampironi (spirali repellenti) a combustione, le candele con estratti di oli essenziali (citronella, limone, geranio), gli spray insetticidi. Tutti questi sistemi, pur nella loro efficacia, sono sconsigliabili soprattutto in presenza di bambini, poiché le sostanze chimiche da essi rilasciate possono risultare dannose in quanto respirate per ore (di solito, l’intera notte).
Di recente introduzione sono gli apparecchi ad ultrasuoni: dispositivi elettronici in grado di produrre ultrasuoni a frequenze impercettibili per l’orecchio umano, ma alle quali le zanzare sono sensibili. Questi dispositivi, tuttavia, sono efficaci solo in un ristretto raggio d’azione.
Nel particolare caso della zanzara tigre, è opportuno ricordare che questo insetto ha una scarsa propensione al volo e, in genere, non supera l’altezza di un metro da terra (è anche per questo che tende a pungere soprattutto le gambe). Considerando questo, bisogna concentrare gli sforzi alle “basse quote”: utilizzare repellenti soprattutto su piedi e gambe, mettere zampironi e candele per terra, inserire i diffusori elettrici in prese di corrente il più vicino possibile al pavimento.
Anche l’abbigliamento può essere d’aiuto: le zanzare sono attratte soprattutto dai colori scuri, quindi la scelta di indumenti chiari può attirare meno l’attenzione dei fastidiosi insetti. Nel caso non faccia troppo caldo, si può anche optare per vestiti leggeri con calzoni e maniche lunghe.
Ma, se la miglior difesa è l’attacco, bisogna innanzitutto impedire alle zanzare di riprodursi e, per fare questo, eliminare tutti i potenziali siti di deposizione delle uova. Come noto, le zanzare hanno bisogno di acqua ferma sotto la superficie della quale deporre le uova; perciò, è necessario eliminare tutti i ristagni presenti, anche quelli di dimensioni ridotte. Bisogna perciò prestare attenzione ad insospettate “nursery” come vecchi copertoni, barattoli, lattine vuote, innaffiatoi, teli di rivestimento, arredamento da giardino (anfore, rocce ornamentali, grondaie, sottovasi), cisterne, vasche e bidoni per la raccolta dell’acqua, tombini, abbeveratoi per animali. Nelle vasche ornamentali presenti spesso in giardini e parchi dovrebbero essere introdotti dei pesci rossi, che sono ghiotti delle larve di zanzara.
Quanta influenza hanno questa “buone pratiche” per combattere il proliferare delle zanzare? Basti pensare che, in sottovasi del diametro di appena venti centimetri, sono state trovate fino a 200 larve: quindi anche piccoli gesti possono fare la differenza!
Siti internet sul problema zanzare:
Ministero della Salute
http://www.salute.gov.it/malattieInfettive/malattieInfettive.jsp
Zanzara tigre
http://www.zanzaratigreonline.it/
Filaria
http://www.filaria.it/