Curare il mal di schiena
Doloroso, fastidioso, debilitante. Il mal di schiena rappresenta è una patologia molto diffusa e dagli alti costi sociali: conoscere i motivi per cui insorge e gli accorgimenti da adottare per contrastarlo, dunque, è importante sia per la prevenzione che per la riabilitazione.
È necessario precisare, in primo luogo, che abbiamo a che fare con una malattia multifattoriale: in altre parole, esso può comparire per cause differenti, ciascuna delle quali necessita di un intervento terapeutico specifico.
Il colpo della strega
Se nella maggior parte dei casi le fibre muscolari acquisiscono nuovamente la loro elasticità naturale in pochi minuti, in altre situazioni un semplice gesto o movimento sbagliato (per esempio chinarsi a terra per prendere le ciabatte) può rivelarsi fatale e provocare una pesante contrattura muscolare: il famoso colpo della strega.
Gli antidolorifici per curare il mal di schiena
Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, i medicinali antidolorifici contribuiscono, naturalmente, ad alleviare il dolore, ma non svolgono un ruolo diretto sotto il profilo terapeutico, e quindi non servono a curare le reali cause del mal di schiena: in realtà, in alcune situazioni il loro impiego potrebbe rivelarsi dannoso, se non vengono adeguatamente controllati gli effetti collaterali. Inoltre, se un soggetto non percepisce il dolore reale provocato dal mal di schiena, rischia di esporsi, senza che se ne accorga, ad altri traumi, con un inevitabile peggioramento della situazione.
Il mal di schiena cronico
Il dolore, per altro, non è direttamente proporzionale al danno: ciò significa che un colpo della strega, che provoca un dolore lancinante e violento, dopo pochi giorni può risolversi, mentre un dolore più ridotto può durare più a lungo nel tempo o addirittura divenire cronico. Questo insegna che un dolore anche leggero – se duraturo – non deve essere assolutamente ignorato: si tratta di una mal di schiena causato da sovraccarico cronico, per cui la zona lombare viene danneggiata anche da sollecitazioni che in apparenza sono di entità insignificante (come per esempio rimanere alla guida per diverse ore al giorno.
La scomparsa dei sintomi
Il soggetto colpito da mal di schiena deve sapere che una momentanea guarigione dei sintomi non equivale a una guarigione completa della patologia: in assenza di un intervento mirato e di una prevenzione adeguata, infatti, il pericolo di incorrere in una ricaduta aumenta in maniera considerevole. Se è vero, infatti, che il mal di schiena in più del 90 % dei casi scompare progressivamente nel giro di un mese, è altrettanto vero che esso molto probabilmente si ripresenterà entro pochi mesi, se i fattori predisponenti e le cause non vengono eliminati definitivamente.
Rimuovere i fattori di rischio
La prevenzione, dunque, è fondamentale, e spesso bastano dieci minuti al giorno di esercizi fisici per apportare un miglioramento notevole alla salute della muscolatura vertebrale. Il problema, poi, per essere eliminato alla radice deve presupporre la rimozione dei fattori di rischio quali posture scorrette, fumo, stress e obesità.
Migliorare tonicità ed elasticità muscolare
Oltre a questi accorgimenti, validi per ogni momento della vita quotidiana, sarà utile eseguire anche esercizi specifici, nell’ambito di un programma di ginnastica finalizzato a rendere più elastica l’intera muscolatura. Il miglioramento dell’elasticità, infatti, soprattutto se associato con un incremento della tonicità consente di conservare una postura ideale in qualsiasi momento della giornata, sia che ci si trovi seduti, in piedi o sdraiati.
Consigli per la vita di tutti i giorni
Alcuni accorgimenti da tenere sempre a mente, dunque, sono:
- In macchina, posizionare il sedile in modo che il bacino si appoggi sullo schienale e le ginocchia si flettano leggermente
- Evitare di rimanere nella stessa posizione per lungo tempo, sia seduti che in piedi. Nel caso in cui si svolga un lavoro che impone di stare seduti per lungo tempo, è preferibile alzarsi spesso – quando possibile – e utilizzare una sedia con sostegno lombare e braccioli per appoggiare i gomiti
- Evitare di raccogliere da terra oggetti eccessivamente pesanti, o comunque evitare – nell’effettuare questo movimento – di piegare la schiena. Questo vale per qualsiasi movimento che presupponga di abbassarsi
- Nel caso in cui si debba spostare un armadio, farlo non con le braccia ma appoggiandosi sulla schiena
- Mantenersi costantemente in attività fisica
- Se si deve stare in piedi per lungo tempo, appoggiarsi – se possibile – con le braccia su una superficie piana, così da scaricare parte del peso concentrato sulla schiena
- Rilassarsi, evitare tensioni inutili e dannose, diminuire lo stress.
Prevenzione primaria e prevenzione secondaria
Per quel che riguarda la prevenzione, si parla di primo stadio, o prevenzione primaria, per indicare la messa in pratica di stili di vita corretti, comune a tutti i generi di lombalgia (un modo per contrastare il mal di schiena ancora prima che compaia) e di secondo stadio, o prevenzione secondaria, per riferirsi a uno o più interventi di carattere rieducativo che permettono di ripristinare le condizioni precedenti al mal di schiena (con l’aiuto di figure professionali quali laureati in scienze motorie, terapisti della riabilitazione e medici) e ridurre il rischio, mediante uno specifico programma riabilitativo ed educativo, di nuove recidive.
Dormire bene: il riposo notturno della schiena
A proposito della prevenzione primaria, non tutti sanno che uno dei fattori più importanti che determinano la predisposizione di un soggetto al mal di schiena va individuato nel riposo notturno. Nel corso della notte, infatti, la muscolatura delle vertebre si irrigidisce contraendosi: il risultato è una riduzione dell’elasticità, cui si accompagna una diminuzione della vascolarizzazione. In pratica, ai tessuti arriva meno ossigeno di quello di cui avrebbero bisogno: è il motivo per cui al risveglio si senta un dolore diffuso nell’intera zona lombare.
Come dormire: il materasso e la rete
L’irrigidimento fisiologico che si sviluppa nel sonno è dovuto in maniera specifica a questioni biomeccaniche determinate dalla posizione in cui si dorme, e, in misura molto minore, al tipo di materasso impiegato. Mentre, infatti, le reti che si usano per il letto devono assolutamente essere di buona qualità e sufficientemente rigide, per quel che riguarda il materasso c’è maggiore libertà di scelta, anche a seconda delle caratteristiche soggettive (peso e altezza). In generale, comunque, un riposo notturno ottimale, ideale per la prevenzione del mal di schiena, deve basarsi su un complesso materasso-rete compatto, né eccessivamente tenero né eccessivamente rigido.
Come dormire: la posizione
Un consiglio utile è quello di ruotare il materasso periodicamente, per evitare che, in corrispondenza dei punti su cui si concentrano le pressioni maggiori del peso del corpo, si creino degli avvallamenti. A proposito della posizione di riposo, invece, non ne esista una ideale per evitare l’insorgenza del mal di schiena: è sempre preferibile, in ogni caso, posizionare sotto la testa, sotto la schiena o sotto la pancia un cuscino.
Sovrappeso e danni alla schiena
Anche una condizione di sovrappeso può essere annoverata tra le cause del mal di schiena. La distribuzione del grasso del corpo, infatti, oltre a aumentare in maniera significativa l’incidenza di malattie del cuore e del sistema circolatorio costituisce uno stress elevato per la schiena. Le sollecitazioni che interessano la colonna vertebrale e la sua muscolatura, nel caso in cui esse debbano sopportare durante i movimenti un peso corporeo eccessivo, influiscono in maniera negativa sulla buona salute della schiena, portando a dolori lombari di media o grave entità.
Stress fisici e psicologici
Non vanno sottovalutati, poi, stress psicologici e fisici. Ansia, preoccupazioni e in generale problemi riguardanti la sfera sociale e psicologica posso contribuire ad aumentare il tono muscolare secondo un meccanismo nervoso riflesso. Il tutto si traduce in un eccesso di tensione che nel corso del tempo può prendere la forma di una contrattura muscolare prolungata nel tempo, e quindi di dolore nella zona lombare.
Migliorare l’umore con l’attività fisica
E’ consigliabile, quindi, diminuire lo stress per quanto possibile, o ricorrendo a specifiche tecniche di rilassamento, o più semplicemente svolgendo attività fisica: essa, infatti, in virtù della liberazione delle endorfine, incrementa la sensazione di benessere contribuendo a un miglioramento dell’umore, e quindi limitando la percezione del dolore.
In macchina
Anche i viaggi in macchina devono essere effettuati prestando attenzione alla salute della schiena. In particolare, le vibrazioni dell’auto possono influire sulle strutture anatomiche della colonna vertebrale, così come le sollecitazioni provocate dall’alta velocità o dal fondo stradale sconnesso. Per evitare, o comunque alleviare, gli effetti di questi continui piccoli traumi è indispensabile regolare il sedile in maniera tale che il conducente si trovi vicino al volante, così da impugnarlo secondo la classica posizione delle dieci e dieci tenendo le braccia leggermente piegate.
Mentre le gambe devono essere lievemente flesse, la zona lombare e il bacino devono stare a contatto con lo schienale. Anche il poggiatesta deve essere regolato all’altezza giusta, per evitare colpi di frusta nell’eventualità di un tamponamento. Per chi già soffre di mal di schiena, inoltre, i viaggi in auto possono essere semplificati dall’utilizzo di sostegni lombari specifici.
Evitare il fumo delle sigarette
Non tutti sanno, infine, che la guarigione dei dolori lombari e del mal di schiena è rallentata dal fumo delle sigarette: esso, infatti, determina un aumento delle tossine, causando problemi respiratori che diminuiscono l’apporto di ossigeno ai tessuti, inclusi quelli della muscolatura della colonna vertebrale.
Come sollevare i pesi senza fare danni alla schiena
Per la prevenzione del mal di schiena è altresì fondamentale conoscere le tecniche di sollevamento più appropriate. La posizione corretta prevede che l’individuo, nel momento in cui si abbassa per raccogliere un oggetto, fletta le gambe e tenga eretto il busto per tutto il movimento. Risalendo, poi, occorre far lavorare le gambe, che devono stendersi lentamente fino a quando non si torna in posizione eretta. Nell’arco dell’intera azione, il peso deve essere tenuto vicino al corpo.
Evitare torsioni del tronco
È importante sapere, infatti, che se un peso viene sollevato piegando il busto e tenendo le gambe dritte, si verifica un aumento del carico sulle vertebre addirittura del 300 %. Per lo stesso motivo, è assolutamente proibito eseguire torsioni del tronco, e sforzarsi sollevando carichi eccessivi: il rischio, infatti, è quello di provocare attacchi di lombalgia dolorosi, se non addirittura invalidanti, nelle sue forme più acute.
Sottoporsi a una visita specialistica
Per quanto concerne la prevenzione secondaria, d’altra parte, il primo passo da seguire è quello di sottoporsi a una visita specialistica accurata, illustrando al medico tutti i sintomi avvertiti, esponendo la durata nel tempo del dolore, i motivi della sua comparsa – se conosciuti – , la sua localizzazione ed eventualmente i momenti della giornata in cui esso si fa più intenso. Tac, radiografie, risonanze magnetiche e altri tipi di esami con finalità diagnostiche si rivelano utili solo se il dolore dura più di tre o quattro settimane.
Non rimanere a letto
È opportuno, inoltre, evitare l’errore di mettersi a letto per giorni e giorni credendo che il riposo acceleri la guarigione: non è così. I movimenti vanno limitati al massimo solo quando il dolore si presenta in una forma altamente intensa e quasi invalidante, per evitare di peggiorare la situazione, ma nella maggior parte dei casi restare fermio per lungo tempo costituisce uno sbaglio. Spesso, infatti, alla base del mal di schiena è un’assenza di elasticità dei muscoli, un’ipotonia che, se aggravata da un ulteriore indebolimento della zona lombare e addominale, potrebbe favorire nuove lesioni anche in caso di traumi meno significativi.