Ansia e attacchi di panico

L’ansia e gli attacchi di panico sono disturbi sempre più diffusi nella nostra società, convulsa e frenetica; possono essere di entità lieve o divenire talmente gravi da compromettere il normale svolgimento della vita quotidiana e persino l’equilibrio psicofisico di chi ne è affetto. Per saperne di più su questo problema, su come affrontarlo e a chi rivolgerti per chiedere aiuto continua a leggere.

Milena Talento
Classe 1985, una laurea in Filosofia e una passione per il web nata ai tempi dei convegni universitari su Merleau-Ponty e i neuroni specchio. Autodidatta dalla A alla Z, comprende le potenzialità lavorative ma soprattutto economiche delle emergenti professioni tecnologiche e decide di sfruttare le proprie abilità letterarie e logiche applicandole ad un ambito nuovo. Da qui si affaccia alla professione di copywriter che coltiva per diversi anni. Scrive per alcuni e-commerce emergenti (tra cui Dalani e Zalando), si appassiona alla programmazione dei siti web, ma soprattutto agli algoritmi di Google. Circa 10 anni fa apre una web agency con cui si occupa di comunicazione a 360°. Guidaconsumatore.com viene acquistato nel 2018, dopo anni passati a lavorare in redazione come copy e seo.
Milena Talento

ansia e attacchi di panico

Il disturbo da attacchi di panico (DAP) è una patologia psichiatrica caratterizzata dall’insorgere improvviso di episodi di angoscia intensa, incontrollabile, che lascia sbigottiti. Sorge inaspettatamente, raggiunge il picco massimo nel giro di dieci minuti e molto spesso non è possibile individuare gli eventi scatenanti. Il disagio si esaurisce del tutto nel giro di mezz’ora al massimo, ma la sua intensità è tale che è possibile rimanere sfiniti anche per giorni.

I disturbi d’ansia

Prima di parlare degli attacchi di panico è bene precisare che molte persone, almeno una volta nella vita hanno avuto un episodio di ansia, spesso innescato in un momento dell’esistenza in cui una data situazione è stata vissuta come pericolosa. L’ansia spinge l’uomo a esplorare l’ambiente, a ricercare spiegazioni e rassicurazioni e lo fa fuggire dalla situazione ansiogena. Questi momenti sono accompagnati da una serie di fenomeni neurovegetativi come l’accelerazione del battito cardiaco, eccessiva sudorazione e vertigini, perché il corpo umano durante gli episodi di ansia ha bisogno della massima energia muscolare per fuggire o “sopravvivere” a tale situazione. Molte volte l’ansia è una vera e propria risorsa poiché consente alle persone di proteggersi dai rischi e a mantenersi in allerta, migliorando così le prestazioni. Pensiamo per esempio all’ansia prima di un esame, aiuta a rimanere vigili. Tuttavia, quando gli episodi ansiogeni sono frequenti ed eccessivi, ma soprattutto non proporzionati alle situazioni, la persona si troverà di fronte ad un disturbo d’ansia che gli renderà la vita difficile e gli impedirà di affrontare in maniera naturale anche le situazioni più banali. I disturbi d’ansia sono stati classificati e suddivisi in:

  • fobie specifiche, ovvero tutte quelle paure persistenti, incontrollate e irragionevoli che spingono gli individui ad evitare determinate situazioni. Ad esempio la paura dell’aereo, degli spazi chiusi (claustrofobia) o degli spazi aperti (agorafobia), ma anche il timore eccessivo per animali o situazioni (il buio, l’acqua etc.)
  • disturbi ossessivi compulsivi (ampiamente trattatati in un articolo apposito) caratterizzati da pensieri e impulsi ricorrenti che creano nella persona sensazioni ansiose
  • fobie sociali vale a dire la paura di agire davanti ad altre persone con conseguente evitamento di tutte le situazioni sociali (mangiare con altre persone, parlare in pubblico)
  • disturbi di panico (il più grave tra questi)

Il disturbo da attacchi di panico (DAP)

Tra i disturbi d’ansia quello vissuto come esperienza terribile e invalidante, è proprio l’attacco di panico. Sigmund Freud, padre della psicanalisi, sosteneva che il panico fosse uno stato d’animo che coglie l’individuo quando i suoi rapporti sociali vengono meno e quindi incomincia a pensare solo a se stesso; dovendo così affrontare le situazioni e i pericoli da solo, l’uomo è portato a vederli più grandi di quanto lo sono nella realtà.

Il filone bioriduzionista invece, afferma che l’attacco è la netta conseguenza dell’attivazione improvvisa dei riflessi di soffocamento: chi ne soffre ha così una maggiore sensibilità da parte del sistema centrale di allarme, nei confronti di tale sensazione, attivandola anche in situazioni non pericolose.

  • I sintomi
    Solitamente l’attacco di panico, anche se sembra insorgere improvvisamente, è sempre latente; le persone che soffrono di questi disturbi vivono una sensazione di continua tensione, come se avvertissero un pericolo imminente; si sentono irritate per ogni piccolo inconveniente e qualcosa dentro sembra volersi scatenare attraverso le urla o il pianto, ma non si riesce a uscire da questa situazione. Poi all’improvviso durante un momento quotidiano normalissimo, sale una forte ansia, senza motivo; la vista incomincia ad annebbiarsi, la testa sembra girare, il corpo trema, lo stomaco è in subbuglio.

    A questo punto il cuore è impazzito, il respiro è corto, affannoso e l’aria non riesce più a dilatare i polmoni: sembra di soffocare. Ci si sente paralizzati, come se si fosse impossibilitati a muoversi, ci si sente disorientati e tutto intorno sembra sconosciuto; si ha paura di morire e di impazzire. Talvolta capita che le persone perdano i sensi e svengano (anche se non è così comune). Dopo un tempo che sembra interminabile, piano piano le sensazioni incominciano a svanire, il corpo è spossato e la persona si sente totalmente senza forze, con la testa vuota e tanta voglia di piangere.

    La vita di chi ha avuto un attacco di panico, sembra cambiare radicalmente; se prima questa persona affrontava la quotidianità normalmente, viaggiava, usciva, lavorava, dopo questa terribile esperienza si ha sempre il timore di un nuovo attacco. Si ha così “paura della paura” e si innesca un circolo vizioso che conduce le persone ad evitare tutte le situazioni da cui difficilmente ci si può allontanare o dove non è possibile trovare un aiuto medico. Si incomincia a non uscire più di casa da soli, non si frequentano luoghi affollati e anche attività quotidiane semplici, come fare la spesa, guidare l’automobile, prendere il treno e andare in un bar, sembrano ora scogli insormontabili. Così i pazienti diventano schiavi del disturbo, ascoltano attentamente ogni segnale del corpo e la conseguenza è un forte senso di frustrazione che può condurre ad uno stato depressivo.

  • Descrizione dettagliata
    Il primo attacco di panico solitamente insorge all’improvviso, e la persona ampiamente spaventata si reca in ospedale. Per fare una diagnosi di Disturbo da attacchi di panico sono necessari due episodi in un mese, ma le persone solitamente ne hanno molti di più. La frequenza e l’intensità dell’attacco varia da individuo a individuo; ci sono persone che hanno attacchi una volta a settimana per vari mesi; altri riferiscono attacchi quotidiani per varie settimane intervallati da mesi senza episodi e poi di nuovo attacchi.

    Molte persone dopo aver provato un primo episodio acuto di panico, vivono degli attacchi detti paucisintomatici, ovvero episodi caratterizzati solo da alcuni sintomi senza esplodere in un vero e proprio attacco, e in loro persiste il timore continuo di avere altri episodi di panico. La maggior parte di coloro che soffrono di DAP sono costantemente preoccupati per il loro stato di salute, temono che non gli sia stata diagnosticata una malattia (solitamente cardiopatia o tumore cerebrale), e nonostante i continui controlli medici sono convinti che l’attacco rappresenti la fase terminale della patologia. Altri individui ogni volta che vivono un attacco temono di impazzire, di perdere il controllo e di commettere azioni inconsulte.

La diagnosi del disturbo da ansia

Riassumendo, per effettuare una diagnosi di disturbo da attacchi di panico, è necessario si sviluppino improvvisamente e nel giro di dieci minuti, almeno quattro sintomi tra i seguenti:

  • palpitazioni, tachicardia o sensazione di cuore impazzito
  • forte sudorazione
  • tremori
  • sensazione di soffocamento
  • senso di pesantezza sul petto
  • mancanza d’aria
  • nausea e scariche di diarrea
  • sensazione di capogiro e svenimento
  • senso di irrealtà
  • paura di impazzire, morire o perdere il controllo
  • sensazione di formicolio in tutto o in qualche parte del corpo
  • brividi alternati a vampate di calore

Epidemiologia
Il DAP è una patologia in costante aumento dall’inizio degli anni ’90. In Italia il 10 % della popolazione ha avuto esperienza di almeno una crisi di panico nella vita, mentre oltre due milioni di persone ne soffrono abitualmente. Le donne risultano maggiormente colpite rispetto agli uomini. Nessuna fascia di età può dirsi immune dal pericolo, ma l’esordio si colloca solitamente tra i 15 e i 35 anni, con dei picchi intorno ai 22-24 anni. Una seconda punta d’insorgenza si ha nella donna, durante il periodo della menopausa, tra i 45 e i 55 anni, quando sembra che la carenza di ormoni influisca sul panico. Le categorie maggiormente colpite sono i liberi professionisti, dirigenti, commercianti e persone molto stressate.

Personalità a rischio ansia

Ci sono alcune persone maggiormente a rischio di ansia e panico rispetto ad altre, questo perché i loro tratti di personalità tendono a soffocare sensazioni, emozioni ed energie che invece vanno espresse e vissute. Il perfezionista, per esempio tende ad avere un controllo totale su ogni cosa, cerca di non dire o fare mai cose avventate e prima di prendere una decisione si accerta di essere a conoscenza di tutti gli elementi necessari per non sbagliare. Questo atteggiamento a lungo andare può creare nelle persone un effetto vulcano e far scoppiare il panico. Il responsabile cerca di attirare a se ogni sorta di responsabilità, anche quelle che non gli competono. Il risultato è che alla fine si sente sempre stanco, teso, angosciato e timoroso di sbagliare. L’idealista convoglia tuta la sua energia nei suoi ideali, investe tutto il suo tempo e la vitalità per portare avanti quella che considera la sua principale ragione di vita; non si rende mai conto di tralasciare le parti di sé più frivole e giocose che però lo aiutano a staccare.
La razionalità è il tratto di personalità che espone più a rischio attacchi di panico, perché spegne l’istinto con una serie di rigide norme. Più in generale tutti coloro che si prendono troppo sul serio, che si sentono continuamente bersagliati dall’occhio di un invisibile giudice e temono di continuo i giudizi altrui, prima o poi vivranno un episodio di ansia acuta o di panico. Questi attacchi, infatti, hanno una funzione liberatoria e cercano di scardinare l’identità costrittiva e catapultare la persona fuori dagli schemi. Qualunque sia la situazione pesante che ci circonda il corpo risponde nello stesso modo con oppressione al torace, respiro corto e impulso alla fuga. A questo punto è fondamentale fermarsi, fare un respiro profondo e pensare di più a se stessi, mandando al diavolo le situazioni difficili.

Le cause dell’ansia

Ad oggi, nonostante i numerosi studi e ricerche, le cause esatte che scatenano l’attacco di panico non sono chiare; per ora ci sono solo molte ipotesi e teorie. Alcuni esperti sostengono che i soggetti con una scarsa autonomia dell’IO e debolezza di carattere sono maggiormente a rischio di “attacchi”. Altri studi condotti su animali e uomini hanno cercato di localizzare le aree cerebrali coinvolte negli attacchi di panico e pare che la paura, un’emozione che causa una risposta protettiva automatica, si associa ad un’area specifica del cervello: l’amigdala. Negli episodi di panico sembra avvengano come dei corto-circuiti all’interno di questa zona. Un’altra ipotesi avanzata, collega l’attacco di panico alla caduta improvvisa di livelli di zucchero nel sangue. In caso di ipoglicemia il cervello invia un segnale ormonale alle ghiandole adrenergiche per produrre adrenalina, così da alzare i livelli di glucosio nel sangue che prevengono la mancanza di energia al cervello, ma al tempo stesso questo ormone innesca anche il panico.

Metodi di cura dell’ansia

La medicina tradizionale e la psichiatria cercano di trattare questi disturbi con la combinazione di terapie farmacologiche e cognitivo-comportamentali. Il farmaco viene utilizzato quando l’ansia e il panico impediscono alle persone il normale svolgimento della vita; sono maggiormente prescritti antidepressivi contenenti imipramina, mentre i classici inibitori della monossidasi (IMAO) sembrano ora in disuso. Molto spesso vengono somministrati anche gli ansiolitici che cercano di tranquillizzare il paziente consentendogli di ritrovare la forza per rimettersi in gioco. Le terapie comportamentali e cognitive, generalmente combinate, mirano da un lato a far controllare i pensieri angosciosi, riducendo l’ansia anticipatoria; dall’altro a ricostruire artificialmente la situazione di panico, così da ridurne preventivamente l’impatto emotivo e le condotte da evitamento. Esiste anche la possibilità di curare questi disturbi con principi naturali; alcune sostanze come l’inositolo e l’ademetionina (vitamine usate come disintossicanti del fegato) si sono rivelate efficaci nella cura della depressione e degli attacchi di panico e a differenza dei farmaci tradizionali non creano tossicità e assuefazione.

Link a siti web utili per approfondire il tema del disturbi da ansia e attacchi di panico

 

Lidap
www.lidap.it
sito della lega italiana contro i disturbi d’ansia, da attacchi di panico e agorafobia; offre consulenze telefoniche, indirizzi utili, informazioni relative ai disturbi.

Attacchi di panico
www.attacchi-di-panico.com
portale con informazioni sul DAP, indicazioni sui sintomi, cure e risposte alle domande su questo disturbo.

Ansia e panico
www.ansiaepanico.it
sito di un gruppo di auto-aiuto per chi soffre di ansia e attacchi di panico.

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10 Commenti

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