Adolescenti: ne bambini, ne adulti
L’adolescenza segna un passaggio importante, dall’essere bambino al diventare adulto. Vuol dire innanzitutto uscire dal mondo legato all’infanzia e gettarsi nel mondo dei grandi. Per i giovani, questo passaggio, così affascinante e desiderato è in realtà anche molto temuto. Confrontarsi col mondo fuori, non è per nulla facile, cercare un proprio spazio, una propria identità. I ragazzi in questo periodo vivono numerose contraddizioni, sono spesso scostanti e in netta contrapposizione con le regole imposte dai loro genitori. Sono effettivamente ribelli! Tuttavia prima di vedere come affrontare la ribellione negli adolescenti, è bene sottolineare quanto lo stato di ribellione in realtà rappresenti solo uno dei tanti volti dell’adolescenza stessa, anche se a parere di molti genitori, pare essere il più difficile da gestire ed accettare. Sapere che questa ribellione primo o poi passerà, ovviamente non significa assecondare in tutto e per tutto le richieste dei giovani, quanto piuttosto cercare un luogo d’incontro ed un nuovo dialogo di apertura. In realtà, le turbolenze che si verificano fra genitori e figli, non sono altro che un “campo di prova” dove gli stessi possono iniziare a sperimentare la loro autonomia e la loro capacità di imporsi con i “no”. Tanto è vero che la maggior parte delle discussioni avvengono su orari di uscita, amici da frequentare, vestiario…insomma tutti campi nel quale il giovane adolescente vuole essere autonomo e non più dipendente da mamma e papà.
Le motivazioni dell’adolescente ribelle
Ma ci sono alcune motivazioni alla base di certi comportamenti dei figli ed è bene conoscerle per capire come affrontare la ribellione negli adolescenti; vediamo quali sono:
1. Spesso gli adolescenti sono ribelli perché subiscono l’assenza di un genitore, parliamo di un’assenza fisica (perché il genitore è impegnato nel lavoro o anche lontano da casa per lunghi periodi) ma anche di un’assenza psicologica dovuta la fatto che un genitore non riesce a ricoprire il ruolo di educatore nei confronti del figlio e quindi penalizza il rapporto con lui/lei.
2. Altro fenomeno piuttosto diffuso è l’incompatibilità ; ciò si verifica soprattutto quando uno dei due genitori, periodicamente assente, cerca poi di imporre le proprie regole all’adolescente, che ovviamente non le accetta e mette in atto meccanismi di ribellione.
3. Infine, alla base della ribellione degli adolescenti c’è sicuramente la mancanza di dialogo. Questo è il caso più acuto di ribellione, a seguito del quale tra le due generazioni si crea una frattura.
In sintesi, come affrontare la ribellione negli adolescenti, prima che questa possa creare una rottura? Come già sottolineato più volte, va tenuto in considerazione che la ribellione è sinonimo di crescita. Se i nostri figli ci appaiono ribelli, sempre sul piede di guerra, intrattabili, incomprensibili, ecc…stanno solo crescendo e si stanno ribellando allo status di “bambino”.
Ma cosa possono fare i genitori, per affrontare la ribellione negli adolescenti?
1. Amarli come sempre e non farli sentire “diversi” o messi sotto accusa.
2. La durezza non serve, ma nemmeno la troppa comprensione. Coi figli bisogna farsi vedere equilibrati, ma decisi.
3. Lasciarli sfogare e mai scendere sul loro stesso piano, urlare infatti non serve a recuperare il rapporto, quanto piuttosto optare per il dialogo.
Mai sottovalutare il problema!
Infine, dinanzi ad un adolescente ribelle, mai abbassare la guardia e sottovalutare il disagio. Perché se è vero che la ribellione è una fase normale della crescita di un ragazzo, è altrettanto vero che in alcune situazioni particolari, la ribellione, l’aggressività verbale e anche fisica, possono nascondere un vero e proprio problema . Per esempio, certi atteggiamenti potrebbero rappresentare una risposta ad un disagio vissuto in famiglia (la separazione dei genitori, un lutto, una condizione economica disagiata…). In alcuni casi, rivolgersi ad un professionista, quale uno psicologo, può essere un valido aiuto per i genitori al fine di avere una maggiore consapevolezza del disagio ed eventualmente lavorare insieme sui comportamenti da modificare affinché la famiglia possa ritrovare un proprio equilibrio.