Gli ascensori e i montacarichi sono ausili tecnici che usiamo quotidianamente, con naturalezza e, di norma, anche con assoluta tranquillità. Siamo quindi portati a dare per scontati tutti gli aspetti relativi alla loro messa in sicurezza e che ne assicurano, di conseguenza, il corretto funzionamento. Il montacarichi per persone è ancora più spesso oggetto di tale distorta percezione: la sua manutenzione, invece, è di fondamentale importanza per la sicurezza di coloro che ne fanno uso, in particolare dei disabili in sedia rotelle. Per questo è importante conoscere quali sono le fasi e i punti principali di un accurato collaudo e di una corretta manutenzione dei montacarichi finalizzato al trasporto di persone.
È bene ribadire che i montacarichi per persone rappresentano un ausilio per la mobilità, e, nella maggior parte dei casi, l’unica valida possibilità per lo spostamento di persone disabili che necessitano di muoversi da un piano e l’altro o necessitano di entrare o uscire da un edificio sprovvisto di rampe. Ascensori, piattaforme elevatrici, miniascensori domestici, sollevatori, montascale e montacarichi: sono questi alcuni dei più diffusi strumenti che garantiscono il superamento delle barriere architettoniche, che la legge dello Stato italiano garantisce a coloro che hanno difficoltà motorie, attraverso l’emanazione di una serie di normative che assicurano alle persone con disabilità di spostarsi in sicurezza e autonomia. Tra queste, le più importanti sono la Legge 104 e la Legge 13/1989, in cui sono descritte le misure da adottare in materia di accessibilità.
Il montacarichi per persone, in particolare, rientra nella categoria delle piattaforme elevatrici. Si tratta di un dispositivo che funziona in presenza (o, come si dice in gergo, a “uomo presente”): il movimento della piattaforma, ovvero, è gestito all’interno del montacarichi, a bordo dello stesso. Il collaudo e la manutenzione di tale apparecchio cambiano anche in funzione della progettazione dello stesso, che conta alcune importanti differenze tra un modello e l’altro.
La prima diversità riguarda la presenza del vano chiuso, che – a norma di legge – risulta obbligatoria per spostamenti che coprono un tragitto di vari metri; in caso contrario, invece, il corpo del montacarichi può essere costituito dalla semplice piattaforma. Un modello a vano chiuso, inoltre, occuperà uno spazio più ampio dei modelli aperti, e richiederà un’installazione e un collaudo leggermente più impegnativi.
Analizziamo ora più da vicino ciò che riguarda la manutenzione. In tal senso la legge italiana è molto puntuale e prescrive al possessore del montacarichi due diverse tipologie di manutenzione: una manutenzione ordinaria e un controllo dei dispositivi di sicurezza. Vediamoli nel dettaglio.
- Manutenzione ordinaria
La manutenzione ordinaria è un processo indispensabile per assicurare il corretto funzionamento del montacarichi. Questo genere di manutenzione non solo previene rotture e malfunzionamenti, ma garantisce anche che il funzionamento avvenga nel migliore dei modi, senza inutili sprechi di energia ed evitando di sottoporre a usura le diverse componenti del montacarichi. La manutenzione ordinaria consiste infatti nella verifica periodica del corretto funzionamento dell’apparecchio, a partire dai singoli componenti fino all’intero sistema di elevazione.
Per il montacarichi, in particolare, è necessario controllare la stabilità della piattaforma, la lubrificazione del motore, l’usura delle parti meccaniche, l’apertura e la chiusura delle porte del vano (se presente), la pulizia e la lubrificazione di tutti gli elementi che normalmente producono attrito durante lo spostamento del montacarichi. Per quanto riguarda, invece, la cadenza periodica con la quale effettuare le varie revisioni, è necessario prendere in considerazione il particolare modello di montacarichi e le condizioni di utilizzo, per avere una stima della frequenza dei cicli di manutenzione. Quindi, alla domanda “quanto spesso occorre fare manutenzione ordinaria?” si risponderà in base alle specifiche del produttore, e all’uso che si fa dell’apparecchio, avendo cura di aumentare la frequenza delle revisioni nel caso un cui se ne faccia un uso molto intenso.
- Controllo dei dispositivi di sicurezza
Un secondo tipo di manutenzione riguarda invece più specificatamente i controlli che vanno eseguiti per assicurarsi il corretto funzionamento dei dispositivi di sicurezza, come freni di emergenza, blocco paracadute, limitatore di velocità, spie e allarmi di pericolo. In questo caso, la manutenzione va fatta obbligatoriamente almeno ogni due anni, e deve essere svolta da una ditta abilitata.
Entrambe le tipologie di manutenzione devono essere registrate, con la relativa descrizione degli interventi operati, con un apposito verbale. Ogni verbale deve riportare:
- le caratteristiche degli interventi svolti,
- la denominazione della ditta che se ne fa carico,
- il nome o il numero di matricola del personale incaricato di svolgere gli interventi,
- la data di svolgimento degli interventi,
- l’esito del collaudo.