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come proteggere la pelle dal sole in gravidanza

Il primo punto fermo? II sole fa bene: i suoi raggi sono una fonte inesauribile di vita e di energia di cui non ci si deve privare, sia pur con le dovute precauzioni. In gravidanza e durante l’allattamento l’esposizione al sole, infatti, favorisce la sintesi della vitamina D, indispensabile per il metabolismo del calcio e per dare forza alle ossa.

I benefici del sole in gravidanza

II sole poi “disinfetta” la pelle: aiuta a eliminare funghi e batteri, migliora l’acne, tiene sotto controllo la psoriasi e altri disturbi della pelle come la dermatite seborroica. mentre, stimola il sistema di difesa naturale dell’organismo, rendendolo più forte e resistente alle aggressioni. Inoltre, migliora anche il tono dell’umore.

Infine, modula positivamente l’umore e questo è particolarmente utile dopo la nascita di un bebè per controllare le manifestazioni della depressione post parto. I raggi funzionano, infatti, come antidepressivi naturali perchè stimolano la produzione di endorfine, gli ormoni del piacere e di serotonina, un altro ormone del benessere. II sole, però, ha anche aspetti negativi: un’esposizione eccessiva e non protetta può essere, infatti, pericolosa. Oltre a causare eritemi e scottature, i raggi penetrano in profondità provocando danni al Dna cellulare che si possono tradurre nel tempo in problemi seri. Anche la pelle corre rischi: quello di irritarsi e di scottarsi, ma anche quello di segnarsi prima del tempo.

Come proteggere la pelle dal sole in gravidanza

Sempre, ma soprattutto in gravidanza, il solare è indispensabile per proteggere la pelle. Il prodotto va scelto con particolare attenzione controllando innanzitutto il fattore protettivo: in gravidanza, quando la pelle è più sensibile, è buona regola utilizzare formule solari con un indice protettivo dal 30 fino al 50+. I fattori più alti rimangono la scelta d’elezione per chi vuole offrire la massima sicurezza alla pelle. Sono indispensabili per le cuti più chiare, per quelle sensibili che mal sopportano I raggi, e nei primi giorni di esposizione in attesa che l’epidermide metta in atto i naturali meccanismi di difesa.

Nulla vieta però che a usarle siano anche le pelli più robuste, anche per tutto il tempo della vacanza: con una protezione alta ci si abbronza in modo graduale, ma uniforme e durevole nel tempo. Man mano che la pelle si scurisce si può scendere con il fattore protettivo senza mai però scendere sotto il fattore di protezione 30 per prevenire il rischio di macchie scure: anche se non si scotta, la cute che non viene protetta riceve una dose eccessiva di raggi che possono danneggiarla e farla invecchiare precocemente.

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