Chi non ha esperienza nel settore tende a fare confusione e spesso ha un’idea tutt’altro che chiara a riguardo; in molti sono consapevoli del fatto che tanto maggiore sia il numero di carati e tanto più alto sia il valore dell’oggetto, ma è necessario avere un quadro più nitido e sapere in maniera specifica cosa sono i carati e che cosa indicano.
Che cos’è il carato?
Bisogna premettere anzitutto che il carato non è un dato relativo all’oggetto in sé, bensì esso informa sulle caratteristiche del metallo prezioso di cui esso è composto, ovvero l’oro.
L’oro, si sa, è un materiale dal grandissimo valore commerciale, oltre che simbolico, ed è molto raro che in oreficeria venga utilizzato in modo puro al 100%: nella grande maggioranza dei casi, chi produce questo tipo di gioielli associa all’oro delle ulteriori metalli.
Tanto maggiore è la presenza di oro nella lega metallica in questione, dunque, tanto più l’oggetto sarà prezioso, anche se come vedremo in seguito ci sono anche molte altre variabili da considerare.
Un esempio pratico: se un gioiello ha 18 carati, che cosa significa?
Ma cerchiamo di essere ancora più concreti, facendo un esempio pratico: il brand Crieri propone, sul sul sito Internet ufficiale, bracciali e collane modello “tennis” in oro 18 kt, ma che cosa significa esattamente questo numero?
Per avere chiaro quale sia il livello di purezza di un gioiello simile, dobbiamo considerare una lega metallica suddivisa in 24 parti uguali, ovvero in ventiquattresimi: il carato è proprio questo, è un’unità di misura che indica quante di queste 24 parti sono costituite da oro.
Se il bracciale in questione è un modello a 18 carati, significa che nella sua lega metallica ben 18 delle 24 parti in cui è suddivisa sono costituite da oro; per essere più pragmatici, possiamo affermare che questo bracciale ha una struttura in oro dalla purezza di 18/24, ovvero 3/4 del suo metallo è costituito da oro.
Questo, è evidente, è un gioiello di alta fascia, ma anche gioielli con una quantità inferiore di carati, ad esempio 14 kt, vantano una purezza di tutto rispetto e meritano quindi di essere considerati assai interessanti sul piano qualitativo.
Sulla base di quanto detto, quindi, il valore massimo di carati che si possono riscontrare in un gioiello è 24: se un articolo è in oro 24 kt, dunque, è prodotto in oro puro al 100%, ma come si diceva in precedenza questa è una rarità assoluta.
Altri aspetti che influiscono sul valore di un gioiello
Bisogna sottolineare che il valore di un gioiello in oro non è determinato esclusivamente dalla purezza del suo oro: come si diceva in precedenza, infatti, il numero dei carati è solo uno dei fattori che possono influire sul valore di mercato dell’articolo.
A livello strutturale, hanno sicuramente importanza la grandezza dell’articolo, ovvero la quantità di metallo prezioso effettivamente presente, nonché la presenza di ulteriori elementi preziosi come possono essere ad esempio dei diamanti.
Circa i diamanti si potrebbe aprire un’ulteriore parentesi: anch’essi infatti possono essere valutati sulla base di molteplici aspetti, ovvero il peso, il taglio, la rarità e molto altro ancora.
Ulteriori aspetti che possono senz’altro influire sul valore di un gioiello in oro sono il pregio della sua fattura, il brand produttore, l’esclusività, ovvero sostanzialmente il numero di pezzi immessi sul mercato e molto altro ancora.
Come considerare correttamente il dato relativo ai carati
Sulla base di quanto visto, dunque, è evidente che il numero dei carati di un gioiello in oro è un dato puramente tecnico che riguarda la composizione della lega metallica che lo costituisce, un dato che ha sicuramente una certa importanza nella determinazione del valore del gioiello, ma che non potrà mai essere l’unico parametro in grado di influire sul suo prezzo.
Per intenderci, dunque, non ci si dovrebbe affatto stupire nell’imbattersi in due gioielli con un identico peso e con un egual numero di carati i quali presentano tuttavia dei prezzi totalmente differenti l’uno dall’altro.