Caratteristiche fisiche
Il nome ametista deriva dal greco améthystos che significava ‘non ebbro’ o ‘ colui che non si ubriaca’: secondo il mito, infatti, Ametista era una ninfa di cui Bacco, dio del vino, si era innamorato. L’ametista è la varietà violacea di quarzo ed è una delle più famose e preziose gemme. Il suo colore deriva da inclusioni di ferro ma può assumere questo caratteristico colore viola anche tramite esposizione alla luce del sole.
L’ametista a volte viene trattata termicamente per ottenerne un colore ancora più intenso o per essere trasformata in quarzo citrino. Alcune varietà di ametista possono cambiare colore in verde tenue dopo trattamento termico e si tratta della varietà di ametista cosiddetta verde, ovvero la prasiolite. I cristalli di questa pietra si trovano nelle rocce basaltiche all’interno di geodi e si formerebbero prima di un’attività magmatica, infatti i geodi sono nient’altro che cavità delle rocce ignee che vengono modellati proprio dal liquido magmatico che vi scorre all’interno. Se la viscosità del magma si rivela di minore entità, allora il geode assume una forma più allungata.
I cristalli di quarzo, solfati e carbonati si formano all’interno del geode stesso e riescono a svilupparsi proprio grazie all’alta temperatura dei fluidi percolati attraverso le rocce. Le gemme migliori e di gran valore presentano una tonalità di colore che oscilla dal chiaro al viola puro e sono prive di sfumature, sebbene le venaturedi rosso o blu siano in realtà considerate molto pregiate e per questo anche molto ricercate. In realtà l’ametista è una pietra che presenta minuscole inclusioni. Le ametiste vengono tagliate in svariate forme, ma non è il taglio a rendere un esemplare più particolare o di qualità quanto piuttosto il colore e la brillantezza che lo caratterizzano.
Varietà
Con la denominazione di ametista orientale veniva indicata una varietà di corindone di color viola dalla qualità gemmologica, finché non si pensò di cambiarla per non farla confondere con il quarzo viola per cui oggi il corindone viola viene classificato come zaffiro viola. Le varietà di ametista provenienti dai giacimenti africani si distinguono per il colore molto scuro della gemma, un misto di ametista e di quarzo chiaro.
Questa varietà si presenta viola nella parte superiore e bianca o chiara nella parte inferiore, differentemente l’ametista verde di Rio Grande, conosciuta anche come prasiolite, è una varietà di quarzo dal tenue colore verde ed è più pregiata delle normali ametiste verdi che di solito vengono estratte dalla regione del Minas Gerais, mentre la gemma di Rio Grande è originaria di Rio Grande do Sul. L’ametista proveniente dalle miniere siberiane si distingue per il suo colore viola molto intenso. L’ametista Breijnho estratta in Brasile è particolarmente ricercata per quei suoi elementi di color viola intenso che appaiono sulla superficie della gemma, mentre la pietra Zambiana si caratterizza per il suo porpora chiaro venato da sfumature di blu e rosso.
Molto rara è l’ametista dell’Uruguay dalle profonde tonalità viola e le inclusioni rosse fuoco. Esistono poi l’ametista platina dal colore molto simile al platino appunto, con sfumature argentate, mentre l’ametista rose de France presenta una tonalità di viola pastello molto tenue. Molto particolare è l’ametrina, ovvero una varietà di ametista formata con il citrino che deriva dalle miniere della Bolivia. Sebbene il colore dell’ametista sia alquanto unico, alcune pietre possono essere confuse per ametiste specialmente quelle che presentano sfumature più intense come lo zaffiro viola o lo spinello viola, ma si tratta di gemme molto rare che raggiungono prezzi molto più elevati delle ametiste stesse. Anche la fluorite può sembrare ametista perché può avere lo stesso colore, ma la durezza particolarmente bassa limita il suo uso come pietra preziosa, per questo si preferisce collezionarla.
Genesi e giacimenti
L’ametista fa parte della famiglia dei quarzi macrocristallini così come il quarzo rosa e l’Occhio di tigre.
I più importanti giacimenti di ametista oggi si trovano in Brasile, da cui queste pietre sono state estratte fin dal 1727. Oltre al Brasile, sono ricchi di miniere di ametista anche l’Uruguay, la Bolivia, l’India, la Russia, il Messico, gli Stati Uniti e il Madagascar da cui provengono gli esemplari dal colore più intenso. L’ametista siberiana invece è solo una leggenda ormai, anche se oggi viene usato tale termine per definire una pietra dal colore particolarmente intenso. Anche in Europa esiste un giacimento di ametista ed è quello della cittadina di Idar Oberstein che si trova nella valle del fiume Nahe in Germania, mentre in Italia possiamo trovare qualche formazione di ametista in provincia di Trento, a Bolzano, Sassari, Grosseto e Torino.
Ametista sintetica
La prima prova di sintetizzazione del quarzo si è avuta nel 1905 ed è stata eseguita attraverso un processo idrotermale dal professore Giorgio Spezia. Negli anni ’50 del ‘900 iniziano a essere immesse in commercio diverse quantità di quarzo sintetico incolore e addirittura negli anni ’80 si arriva a produrne oltre le mille tonnellate all’anno, di cui 20 vengono usate per la produzione di ametista. Sul finire degli anni ’90 in Russia e in Cina in particolar modo si assiste a una grande produzione di quarzo sintetico nelle varietà di ametista e citrino.
Usi
L’ametista viene sottoposta a svariate tipologie di taglio ed è principalmente impiegata nella lavorazione di gioielli, inclusi anelli, ciondoli, braccialetti, collane, ma anche nella realizzazione di coppe e calici. Molte ametiste possono arrivare a pesare diverse centinaia di carati . È stata per molto tempo ritenuta una pietra molto rara e per questo le sue quotazioni erano molto alte, ma dopo la scoperta dei giacimenti in Brasile oggi l’ametista è una pietra preziosa a buon mercato tanto che solo gli esemplari più puri, che presentano un colore viola più intenso, riescono a raggiungere prezzi realmente elevati. La più bassa qualità di ametista può essere tagliata a goccia o anche a cabochon ed essere usata come gemma per impreziosire la bigiotteria.
Ametiste celebri
La mitologia greca vuole che Dioniso, il dio del vino, si fosse innamorato di una splendida ninfa di nome Ametista che per sfuggire alle sue grinfie chiese alla dea della caccia, Artemide, di essere trasformata in una pietra cristallina. Pentendosi del suo comportamento, Dioniso versò su Ametista, tramutata in pietra, una coppa di vino che conferì alla gemma il suo tipico colore violaceo. Altro esemplare celebre di ametista è quello di 343 carati che insieme ad altre ametiste viene oggi conservato presso il British Museum di Londra e che faceva parte della collana della Regina Carlotta d’Inghilterra.