Psillio

Lo psillio è una pianta dalla quale si ricava una sostanza utilizzata in campo alimentare e, soprattutto, medico per via delle sua capacità di assorbire acqua. Le mucillagini che così si formano sono particolarmente utili in caso di stitichezza occasionale o cronica. Ma non solo: lo psillio è anche utile per ridurre il colesterolo e la glicemia sanguigna, e rientra spesso nell’ambito dei regimi dietetici volti alla perdita di peso. In questa guida approfondiremo le conoscenze sullo psillio, evidenziandone gli effetti positivi e ricordandone le modalità e le precauzioni d’uso.

Milena Talento
Classe 1985, una laurea in Filosofia e una passione per il web nata ai tempi dei convegni universitari su Merleau-Ponty e i neuroni specchio. Autodidatta dalla A alla Z, comprende le potenzialità lavorative ma soprattutto economiche delle emergenti professioni tecnologiche e decide di sfruttare le proprie abilità letterarie e logiche applicandole ad un ambito nuovo. Da qui si affaccia alla professione di copywriter che coltiva per diversi anni. Scrive per alcuni e-commerce emergenti (tra cui Dalani e Zalando), si appassiona alla programmazione dei siti web, ma soprattutto agli algoritmi di Google. Circa 10 anni fa apre una web agency con cui si occupa di comunicazione a 360°. Guidaconsumatore.com viene acquistato nel 2018, dopo anni passati a lavorare in redazione come copy e seo.
Milena Talento

Psillio

Identikit dello Psillio

Lo psillio è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae e il cui nome scientifico è Plantago psyllium. Questa specie è originaria del bacino del Mediterraneo (Europa meridionale, medio Oriente ed Africa settentrionale); in realtà il genere Plantago è rappresentato da oltre duecento diverse specie, ed oltre alla sopracitata Plantago psyllium è molto utilizzata anche la specie Plantago ovata. Al giorno d’oggi lo psillio viene coltivato in diverse nazioni europee, nonché in Russia, Pakistan ed India; quest’ultima nazione rappresenta il maggior produttore ed esportatore mondiale. Il nome psillio deriva dal termine greco psylla (“pulce”) che si riferisce all’aspetto particolare dei semi di questa pianta, e per questo talvolta essa è nota con il nome di “erba delle pulci”.

Lo psillio è una pianta annuale le cui dimensioni in genere sono comprese fra 30 e 45 centimetri; sullo stelo sono portate foglie di forma lanceolata. Il sistema radicale è ben sviluppato, e porta un buon numero di fusti che si dipartono dalla base della pianta. I fiori sono di piccole dimensioni, disposti secondo un’infiorescenza globosa e di colore bianco, e dai quali si originano semi di colore brunastro racchiusi in capsule che si aprono al momento della maturazione (che in genere avviene in luglio/agosto).

Questi semi trovano il loro impiego a scopi commerciali, essendo largamente utilizzati per la produzione di mucillagini; la specie P. ovata, in particolare, sembra essere maggiormente ricca di questi composti fibrosi. La mucillagine altro non è che una sostanza incolore simile ad un gel, che nel caso dello psillio viene ottenuta dallo strato protettivo che ricopre il seme. Circa il 25% di ciascun seme di psillio è rappresentato da mucillagini idrofile, ovvero che a contatto con l’acqua ne assorbono in grandi quantità aumentando perciò il loro volume (sino a dieci volte o più). La parte rimanente del seme è ricca in acidi grassi ed amidi, perciò viene utilizzate per l’alimentazione di pollame e bovini.

Le mucillagini ottenute dallo psillio vengono utilizzate nell’industria farmaceutica per diversi scopi descritti di seguito, ma anche da quella alimentare. Si tratta infatti di una sostanza addensante impiegata per la preparazione di budini, gelati, dessert ed altri cibi pronti all’uso. Lo psillio è utilizzato per la preparazione di alimenti senza glutine, ma anche come ingrediente nell’impasto di prodotti da forno: in questo caso, grazie alla capacità di trattenere acqua, lo psillio li rende morbidi ed impedisce che si sbriciolino facilmente.

Si possono reperire in commercio diversi prodotti contenenti psillio; oltre ai cibi addizionati di fibre, sono anche diffusi gli integratori alimentari sotto forma di capsule o compresse. In campo cosmetico esistono anche lozioni, creme, tonici e detergenti a base di psillio.

Utilizzi medicinali e terapeutici dello Psillio

Lo psillio viene principalmente impiegato come una fibra alimentare ad azione lassativa, dal momento che non viene assorbita a livello intestinale ma vi transita inalterata. A contatto con l’acqua lo psillio si trasforma in una massa mucillaginosa di volume ragguardevole, che stimola la motilità ed il transito intestinale, e di conseguenza può migliorare i casi di costipazione e stitichezza. Questa sostanza rientra nella categoria dei lassativi cosiddetti “meccanici”, ovvero che agiscono grazie alla creazione di una massa fecale adeguata (il cosiddetto effetto del “bulk forming”) e sono per questo considerati fra i più sicuri. Gli esperti raccomandano di assumere i prodotti contenenti psillio nell’ambito di una dieta ricca di fibre ed acqua, per favorire in modo naturale la peristalsi.

Lo psillio è indicato nei casi di moderata diarrea grazie alla sua capacità di strutturazione della massa fecale; l’effetto lubrificante risulta essere utile anche in caso di ragadi anali ed emorroidi. Lo psillio viene anche utilizzato in caso di ulcere gastriche e intestinali, ed infezioni urinarie; la sua buona attività antinfiammatoria è dovuta alla presenza di particolari sostanze (iridoidi).

La mucillagine dello psillio è anche indicata in caso di sindrome del colon irritabile, diverticoliti e coliti, poiché ha buone proprietà lenitive ed antinfiammatorie sulla mucosa intestinale. Lo psillio è inoltre una sostanza prebiotica, ovvero in grado di incrementare la crescita della flora batterica utile a livello intestinale (acidofila) e di contribuire al miglioramento dei processi digestivi, di assorbimento e di rafforzamento delle difese immunitarie. Lo psillio, al pari di altre fibre solubili, sembra esercitare un ruolo protettivo nei confronti del cancro al colon-retto, grazie alla produzione di acidi grassi a catena corta.

Negli ultimi anni si è assistito ad un considerevole aumento di interesse nei confronti dello psillio, sia inteso come prodotto a sé stante che impiegato come ingrediente di diversi tipi di prodotti alimentari. È questo, ad esempio, il caso di cereali per la prima colazione ricchi in fibre solubili e preparati con psillio, per i quali è stata pubblicata una ricerca sul prestigioso American Journal of Clinical Nutrition. Gli studiosi, sperimentando gli effetti dell’introduzione di psillio nell’ambito di una dieta quotidiana, hanno evidenziato un moderato effetto di riduzione dell’ipercolesterolemia totale e del colesterolo “cattivo” (LDL) ma, in particolare, una significativa riduzione del tenore di glucosio nel sangue. Per questo, sono attualmente in via di sperimentazione alcune terapie basate sull’utilizzo di psillio su soggetti che soffrono di diabete.

I prodotti contenenti psillio sono in grado di ridurre l’assorbimento intestinale degli zuccheri, e per questo vengono consigliati nell’ambito di diete ipocaloriche volte alla perdita di peso. È doveroso ricordare che, tuttavia, questo risultato può essere raggiunto solo mediante una alimentazione a basso contenuto di grassi, zuccheri e calorie.

Secondo la FDA (Food and Drug Administration, ovvero l’agenzia governativa statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) esiste un tangibile beneficio legato al consumo di psillio: la riduzione del rischio di malattie coronariche. Per questo una dieta contenente psillio, unita naturalmente ad una riduzione del consumo di grassi saturi e colesterolo, è potenzialmente in grado di ridurre le patologie cardiovascolari principalmente grazie alla riduzione del tasso di colesterolo nel sangue.

Ma lo psillio è anche impiegato per uso esterno, allo scopo di trattare affezioni della pelle di varia natura (come ad esempio ulcere, punture d’insetto, scottature…) sulle quali viene applicato in forma di cataplasma.

Precauzioni d’uso, effetti collaterali ed interazioni con farmaci dello Psillio

Se lo psillio viene assunto senza un’adeguata quantità di acqua, sussiste il rischio di soffocamento causato dall’adesione del prodotto alle pareti dell’esofago; per questo, si consiglia di accompagnarlo ad abbondanti dosi di liquidi (acqua, succhi di frutta…). Solo in rari casi sono state riportate reazioni di tipo allergico dovute a prodotti contenenti psillio, dovute sia all’ingestione che all’inalazione della polvere.

In caso di assunzione con quantità di acqua non sufficienti o qualora si soffra di anomalie anatomiche (stenosi esofagee o gastrointestinali) sono stati segnalati casi di ostruzione dell’intestino. Lo psillio deve essere assolutamente evitato quando la causa della stitichezza è dovuta a fattori meccanici come, ad esempio, stenosi, occlusione o subocclusione intestinale, endometriosi, ernie, ischemia cronica, patologie tumorali a carico dell’ovaio, dell’utero o dell’apparato gastrointestinale. Se ne sconsiglia l’utilizzo in caso di vomito, forte diarrea, dolori e crampi addominali.

Molto importante è ingerire lo psillio con grandi quantità di acqua, non solo (come già detto) per evitare il rischio di ostruzione esofagea, ma anche per favorirne il successivo transito intestinale. Dato che lo psillio altera la motilità del colon, questo prodotto va usato con estrema cautela in pazienti che soffrono di megacolon tossico.

Lo psillio può interferire a livello intestinale con l’assorbimento di diversi tipi di farmaci, perciò in caso di terapie farmacologiche in atto se ne consiglia l’utilizzo solo dopo aver consultato il proprio medico curante. Prima di utilizzarlo in genere è bene attendere almeno un’ora dall’assunzione di qualsiasi medicinale o, in alternativa, assumere la cura farmacologica almeno a tre ore di distanza dallo psillio. Poiché lo psillio è in grado di influenzare i contenuti di glucosio e di colesterolo nel sangue, questo dovrebbe essere utilizzato con molta prudenza in soggetti che assumono terapie ad effetto ipoglicemizzante ed ipocolesterolemizzante. In questo caso si può incorrere in un rischio legato ad una accentuazione indesiderata degli effetti di tali medicinali. Poiché lo psillio riduce l’effetto dell’insulina, questo integratore è sconsigliato in caso di diabete insulinodipendente.

L’utilizzo dello psillio non dovrebbe essere prolungato per un periodo di tempo eccessivo; se ciò dovesse accadere, possono manifestarsi effetti collaterali come ad esempio meteorismo, gonfiore e tensione addominale, flatulenze.

Lo psillio può essere usato tranquillamente nei bambini in età pediatrica, in caso di gravidanza ed allattamento e nei pazienti più anziani.

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  1. Roberto
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