Polline d’api

Il polline d’api, insieme alla pappa reale ed al propoli, è un prodotto delle api che viene grandemente apprezzato dalla medicina naturale per via delle sue proprietà stimolanti, energizzanti e tonificanti sull’organismo. Esistono diversi tipi di polline d’api, e numerosi sono gli studi scientifici che ne dimostrano la validità per la cura di diverse patologie; ecco dunque svelate in questa guida le caratteristiche del polline d’api, come viene prodotto, come si assume, le sue proprietà benefiche e le necessarie precauzioni d’uso.

Come si ottiene il polline d’api

Il polline d’api, qualche volta conosciuto anche con il nome di “pane delle api”, è un prezioso integratore alimentare costituito dal polline di piante e fiori minuziosamente raccolto dalle api. Le api bottinatrici, “visitando” i fiori circostanti l’alveare alla ricerca di nettare, ne raccolgono il polline e successivamente lo raggruppano in forma di piccole palline dall’aspetto granuloso, dotate di un guscio esterno. Le palline aderiscono alle zampe posteriori delle api, grazie alla presenza di cestelle che svolgono la funzione di piccole borse, o tasche.

Il polline viene raccolto e trasportato all’alveare da questi industriosi insetti allo scopo di fornire cibo alla colonia; esso rappresenta, infatti, la materia prima utilizzata dalle api nutrici per produrre la pappa reale destinata all’alimentazione delle larve e dell’ape regina.

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Il polline d’api

In genere la raccolta di polline supera le effettive esigenze degli abitanti dell’alveare, perciò gli apicoltori hanno messo a punto un ingegnoso metodo per raccoglierlo direttamente dalle api bottinatrici. Si tratta, in sostanza, di schermi forati (simili a griglie) attraverso i quali le api, di ritorno dall’ambiente circostante, devono passare per entrare all’interno dell’alveare; i fori sono di dimensioni tali da “grattare via” trattenere il polline sulla loro superficie. Durante una stagione produttiva, della durata di cinque o sei mesi, da un alveare si può ottenere una quantità di polline d’api anche superiore agli uno o due chilogrammi.

Le diverse specie vegetali producono il polline a scopi riproduttivi, in apposite strutture del fiore dette antere: il polline infatti rappresenta i gameti maschili della pianta che, unendosi agli ovuli femminili contenuti nell’ovario, danno origine ai semi. Il polline può essere in alcuni casi leggero e impalpabile, quindi trasportabile dal vento, mentre altri tipi di polline sono più voluminosi e pesanti, nonché decisamente appiccicosi, e devono essere trasportati dagli insetti impollinatori o dagli uccelli che visitano i fiori. Questi pollini sono perciò aderiscono alle zampette delle api bottinatrici che, quindi, contribuiscono all’impollinazione delle piante.

Caratteristiche del polline d’api

Il polline d’api ha una consistenza morbida e malleabile, ed un profumo dolce ed aromatico, quasi floreale, che richiama per certi versi quello del miele grezzo. Il colore è variabile, anche se di solito assume le diverse tonalità del giallo; alcuni pollini possono essere tuttavia di colore aranciato, violetto, blu, a seconda delle specie vegetali dalle quali provengono. Il guscio che avvolge ciascun granulo di polline d’api è rigido ed impermeabile, ed in alcuni casi esso viene rimosso prima della commercializzazione del prodotto. In altri casi il polline d’api viene venduto tal quale ed ha un costo solitamente minore, poiché meno lavorato; tuttavia, è necessario spezzettarlo prima del consumo, poiché il guscio che avvolge i granuli non è attaccabile dall’apparato digerente umano.

Trattandosi di un prodotto fresco, il polline d’api deve essere conservato in frigorifero all’interno di un sacchetto di plastica accuratamente richiuso. Esso viene commercializzato sfuso in confezioni sigillate, ma può anche essere utilizzato per preparare compresse, tavolette o capsule da assumere per via orale. Esiste anche una tipologia di polline d’api finemente tritata, che può essere addizionata a piacere a diversi tipi di cibi o bevande, sia calde che fredde. Il polline da solo, infatti, non ha un sapore particolarmente invitante: si può consumare quindi in aggiunta al miele e spalmato sul pane, oppure sciolto in succo di frutta, latte, yogurt o semplice acqua.

Elementi costituenti

Esattamente come il miele ed il propoli, la composizione del polline d’api non è “standard”, e varia grandemente in funzione delle condizioni ambientali e della flora circostante l’alveare. La disponibilità dei diversi tipi di polline si differenzia infatti su base temporale, a seconda del periodo specifico di fioritura delle diverse specie vegetali: così, il polline d’api non solo varia di mese in mese, ma anche di settimana in settimana e, frequentemente, anche da un giorno all’altro. Il medesimo alveare produrrà quindi diversi tipi di polline d’api, e le analisi chimiche e nutrizionali per effettuarne la caratterizzazione valgono solo per il campione analizzato; non possono, dunque, essere estrapolate per altri campioni.

In generale, si può affermare che le componenti del polline d’api sono rappresentate principalmente da:

  • Acqua (60% circa);
  • Sostanze azotate (35%): proteine, enzimi, coenzimi, amminoacidi (arginina, lisina, metionina…);
  • Carboidrati (zuccheri semplici);
  • Lipidi (4-5%): acidi grassi essenziali (acido alfa-linoleico [Omega-3], acido linoleico [Omega-6]), monoinsaturi, polinsaturi e saturi;
  • Vitamine (A, C, D, E, K, PP, vitamine del gruppo B);
  • Ormoni della crescita;
  • Sali minerali ed oligoelementi (calcio, magnesio, sodio, potassio, fosforo, ferro, alluminio, manganese, rame);
  • Fattori antibiotici;
  • Pigmenti vegetali e fitosteroli (xantofille, carotenoidi, flavonoidi, beta-sitosterolo, beta-carotene, licopene, isoramnetina, quercetina, rutina)

Il polline ha un contenuto proteico di molto superiore a quello contenuto nella carne o nel pesce, e contiene una ventina di amminoacidi diversi, fra i quali molti di essi sono essenziali (che l’organismo umano, cioè, non è in grado di produrre da solo e deve perciò assumere mediante l’alimentazione).

Secondo alcuni pareri, il polline d’api è un alimento talmente bilanciato e completo che un essere umano potrebbe sopravvivere per alcuni mesi solo cibandosi di esso. Naturalmente si tratta di una provocazione, ma questo sottolinea quanto il polline d’api possa essere considerato prezioso all’interno di qualunque regime dietetico e in presenza dei più svariati stili di vita.

Effetti benefici del polline d’api

Il polline d’api è un prodotto utilizzato dalla medicina naturale come supplemento nutrizionale; si tratta di un prodotto ben conosciuto anche dalla medicina tradizionale cinese, che ne fa uso da tempo immemore.

Il polline d’api è consigliato in situazioni di stress e di affaticamento dell’organismo, in quanto è una sostanza energizzante e biocatalizzatrice in grado di migliorare l’attività cerebrale, il livello di attenzione, la memoria e le performance fisiche in generale. Questo integratore è consigliato anche in caso di sintomi di riduzione della forza muscolare (astenia), esaurimento nervoso, impotenza sessuale; per questo, il suo uso è consigliato anche in campo geriatrico. Il polline d’api è particolarmente utile anche per pazienti convalescenti, sottoposti ad operazioni chirurgiche o a terapie contro il cancro, contribuendo al recupero del vigore e della vitalità dell’organismo.

L’effetto tonico e rinforzante che il polline d’api svolge sull’organismo è ottimo per bambini e ragazzi in fase di crescita, per gli sportivi di ogni livello e per le donne in stato di gravidanza o allattamento; in quest’ultimo caso, inoltre, sembra che questo alimento sia in grado di contribuire allo sviluppo delle ghiandole mammarie ed alla produzione di latte. Questa stimolazione è probabilmente dovuta all’elevato contenuto di flavonoidi nel polline d’api, sostanze appartenenti alla classe dei fitoestrogeni che presentano affinità metaboliche con gli estrogeni di origine animale (essere umano compreso). Gli atleti, professionisti e non, possono giovarsi dell’effetto benefico del polline d’api che è utile per aumentare la resistenza allo sforzo e la produzione di energia, facilitando il recupero successivo all’attività fisica e combattendo efficacemente stanchezza e fatica.

In alcuni casi il polline d’api viene anche impiegato come trattamento preventivo nei confronti della febbre da fieno e delle reazioni allergiche al polline, trasportato dall’aria, tipiche dei mesi caldi. Secondo i naturopati, infatti, assumere polline d’api fa sì che l’organismo sia stimolato nei confronti di una risposta immunitaria che, rinforzando le difese, consenta di soffrire meno di disturbi e reazioni allergiche legati al polline disperso nell’aria. La terapia si basa sull’assunzione continua di dosi sempre crescenti di polline d’api, allo scopo di abituare gradualmente l’organismo sino alla totale scomparsa (auspicata) delle reazioni allergiche.

In caso di ipertrofia prostatica, sembra che il polline d’api possa essere considerato un complemento in grado di ripristinare una situazione di normalità. I flavonoidi ed i fitosteroli contenuti nel polline d’api sono in grado di ridurre l’ipercolesterolemia sanguigna e di ripristinare il corretto rapporto fra colesterolo “cattivo” (LDL) e colesterolo “buono” (HDL). Ciò significa che questo alimento può essere considerato utile ai fini della prevenzione di malattie dell’apparato cardiovascolare, nonché per contribuire al generale benessere dell’organismo tonificando e stabilizzando i capillari. Il polline d’api, migliorando l’efficienza capillare, è indicato per prevenire e combattere l’insufficienza venosa, le emorroidi, le vene varicose e l’ipertensione.

I flavonoidi e gli altri pigmenti vegetali contenuti nel polline d’api, come ad esempio i carotenoidi e il licopene, sono inoltre sostanze dalla potente azione antiossidante. La loro assunzione perciò è in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi presenti nell’organismo e, quindi, di rallentare i processi di invecchiamento cellulare mantenendo “giovani” le cellule ed il metabolismo. Il polline d’api svolge anche un’attività disintossicante a livello epatico, contribuendo perciò a migliorare la funzionalità del fegato.

Il polline d’api viene impiegato anche in virtù delle sue proprietà antibatteriche ed antivirali, utili ad esempio per combattere raffreddore, tosse ed influenze tipiche della stagione invernale. La quercetina contenuta nel polline d’api si comporta come un antiasmatico, antistaminico ed antiallergenico: questo alimento può essere perciò utile anche per il trattamento di malattie più o meno croniche come sinusiti, bronchiti, polmoniti, allergie, malattie croniche ostruttive ed asma bronchiale.

Alcuni studi hanno dimostrato un’attività anticancerogena del polline d’api, ed in particolar modo sul cancro alla prostata; ciò è dovuto all’azione stimolante che questo prodotto ha nei confronti delle difese immunitarie, che diventano più “aggressive” nei confronti dei tumori. Assunto contemporaneamente alla cura radio– o chemioterapica, sembra che il polline d’api sia in grado di potenziarne gli effetti.

Controindicazioni del polline d’api

Il consumo di polline d’api deve essere tassativamente evitato da chi soffre di accertate intolleranze o allergie nei confronti di altri prodotti delle api come, ad esempio, miele, propoli o pappa reale. In rarissimi casi, che coinvolgono solo una percentuale minima della popolazione, sono state registrate reazioni allergiche o veri e propri shock anafilattici in seguito al consumo di polline d’api.

Effetti collaterali di lieve entità, ma anche shock anafilattici con potenziali conseguenze mortali, sono stati segnalati anche a carico di persone che normalmente soffrono di riniti e reazioni allergiche dovute ai pollini normalmente trasportati dall’aria. In questi individui il consumo di polline d’api deve essere oltremodo moderato e graduale, al fine di comprendere le specifiche reazioni di risposta dell’organismo.

Fra gli effetti collaterali più comuni (anche se sempre rari) sono stati segnalati ad esempio disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale, eruzioni cutanee di varia natura (sia sul viso che sul corpo), intolleranze alimentari, calo dei livelli di attenzione ed incapacità di concentrazione. Qualora si manifestasse anche solo uno dei precedenti sintomi, è bene sospendere immediatamente l’assunzione di polline d’api.

Come diventare apicoltori

Volete diventare degli apicoltori e fare della produzione e vendita di miele, polline d’api e pappa reale la vostra attività economica? Il modo più efficace è quello di affdarsi all’esperienza di esperti apicoltori che vi facciano da maestri oppure a un kit per l’imprenditoria che vi darà tutte le informazioni necessarie.

Siti internet da consultare

Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani (UNAAPI)
http://www.mieliditalia.it/
Sito dell’Unaapi, associazione nazionali che riunisce le Associazioni apistiche di otto regioni italiane e l’Associazione italiana degli apicoltori di professione (AAPI). Sul sito è possibile trovare informazioni riguardanti i prodotti apistici, le loro caratteristiche e la loro produzione.

Apicoltura 2000
http://www.apicoltura2000.it/index.htm
Sito a 360 gradi sul mondo dell’apicoltura, con sezioni informative dedicate ai diversi prodotti apistici.

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Milena Talento
Classe 1985, una laurea in Filosofia e una passione per il web nata ai tempi dei convegni universitari su Merleau-Ponty e i neuroni specchio. Autodidatta dalla A alla Z, comprende le potenzialità lavorative ma soprattutto economiche delle emergenti professioni tecnologiche e decide di sfruttare le proprie abilità letterarie e logiche applicandole ad un ambito nuovo. Da qui si affaccia alla professione di copywriter che coltiva per diversi anni. Scrive per alcuni e-commerce emergenti (tra cui Dalani e Zalando), si appassiona alla programmazione dei siti web, ma soprattutto agli algoritmi di Google. Circa 10 anni fa apre una web agency con cui si occupa di comunicazione a 360°. Guidaconsumatore.com viene acquistato nel 2018, dopo anni passati a lavorare in redazione come copy e seo.
Milena Talento

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