Esso serve a certificare che la produzione delle emissioni inquinanti rimane al di sotto dei limiti sanciti dalla legge, sulla base di modalità che a seconda dei casi sono definite a livello provinciale o a livello regionale. Ne deriva la necessità – oltre che l’obbligo – di sottoporre la caldaia ai controlli di rito, i quali devono essere eseguiti a cadenze regolari; in caso contrario il rischio è quello di dover pagare multe anche salate, tenendo conto che in caso di impianti non in regola le ammende vanno da un minimo di 300 euro a un massimo di 3mila. Naturalmente tali verifiche sono utili anche per ridurre i consumi della caldaia, per fare in modo che la sua efficienza energetica migliori e per allungare il suo ciclo di vita.
A chi rivolgersi per il bollino blu
Per ottenere il bollino blu è necessario fare riferimento a una ditta di riparazione caldaie a Roma o in qualunque altra città si risieda. Lo scopo di tale certificazione è quello di attestare che le emissioni di scarto che la caldaia produce – i cosiddetti fumi – rimangano al di sotto dei valori indicati dalla legge. Ciò permette di limitare i disagi connessi con l’inquinamento ambientale, che – come noto – diventa più grave e pesante durante la stagione invernale per colpa del funzionamento dei sistemi di riscaldamento autonomo.
Che differenza c’è tra la revisione della caldaia e il bollino blu
Le verifiche tecniche che vengono effettuate in previsione del rilascio del bollino blu non devono essere confuse con i consueti interventi di revisione della caldaia, dal momento che si tratta di operazioni differenti. In particolare, i controlli per le revisioni devono essere effettuati una volta all’anno o comunque secondo la frequenza che è specificata sul libretto d’uso e manutenzione dell’impianto. Mentre la revisione presuppone unicamente il controllo del corretto funzionamento della caldaia, per ottenere il bollino blu è fondamentale la misurazione dei fumi di scarico insieme con l’analisi della sua composizione.
Chi rilascia il bollino blu
Il bollino blu può essere rilasciato unicamente da un tecnico abilitato, il quale deve anche stilare un rapporto riguardante l’efficienza energetica della caldaia. Eventuali verifiche supplementari possono essere previste in relazione al funzionamento del bruciatore o per misurare la pressione del gas.
Quanto dura il bollino blu
Una volta che viene rilasciato, il bollino blu non è eterno, ma ha un periodo di validità che varia a seconda del tipo di impianto. Per capire qual è la frequenza degli interventi di revisione che è necessario rispettare basta controllare il manuale della caldaia, mentre per il bollino blu la situazione è diversa: ci sono regole ben specifiche che cambiano in base all’anzianità dell’impianto, alla sua tipologia e alle sue caratteristiche.
Quando bisogna rinnovare il bollino blu
Per le caldaie centralizzate, come quelle dei grandi edifici e dei condomini, il rinnovo del bollino blu deve essere eseguito una volta all’anno; la stessa cadenza è prevista per le caldaie che funzionano a combustile solido o liquido, e quindi a pellet, a legna, a gasolio o a gpl. Nel caso delle caldaie che hanno più di 8 anni, che hanno una potenza oltre i 35 kw o che sono installate in ambienti chiusi, il bollino blu va rinnovato una volta ogni 2 anni. Infine, la frequenza da tener presente è di una volta ogni 4 anni per le caldaie che hanno potenza non superiore ai 35 kw, con meno di 8 anni di anzianità o che sono installate in un ambiente esterno.