La timidezza nei bambini
A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma e curatrice del blog http://psicologoinfamiglia.myblog.it
– Come devono comportarsi i genitori rispetto a questo “tratto di personalità”?
Il modo in cui un bambino percepisce la sua timidezza dipende dai genitori: se questi accettano la sua personalità e non considerano la timidezza come un difetto, il piccolo si sentirà a suo agio e sentirà di non aver nulla di meno rispetto agli altri bambini, se invece i genitori provano a cambiarlo o lo giudicano negativamente, il bimbo potrà avere delle difficoltà.
E’ bene imparare a non considerare la timidezza un problema, per lo meno nei primi anni di vita. È solo a partire dai cinque-sei anni, infatti, che certi atteggiamenti di chiusura nei confronti degli altri potrebbero segnalare un disturbo del comportamento.
– Ci può fare degli esempi pratici sul tipo di comportamento che i genitori possono assumere con i figli timidi?
I genitori innanzitutto devono evitare di “etichettare” il bambino: se il bambino sente continuamente affermare dai genitori che è timido, questo gli confermerà che il suo carattere è quello e soprattutto i genitori lo stanno giudicando. Si dovrà poi evitare di fare confronti tra il figlio e gli altri bambini poiché questo potrebbe portare il piccolo ad un ritiro sociale più marcato. E’ bene invece rassicuralo sempre sul suo valore!
I genitori possono e devono parlare con il figlio delle situazioni che possono mettergli ansia (l’entrata a scuola, la frequentazione di un gruppo, ecc.) o anche simulare in maniera pratica le situazioni di disagio: “Incontri il tuo amico Luca a nuoto, come lo saluti?”, far esercitare il piccolo può essere molto utile.
E’ bene poi rispettare quella che è la natura dei bambini ed i loro tempi: ciò vuol dire stare attenti a non voler anticipare la capacità di socializzazione dei figli prima che questi si sentano pronti. Questo atteggiamento rafforzerà la fiducia che il bambino ha nei suoi genitori.
Un ultimo importante suggerimento è quello di non sottovalutare le preoccupazioni del figlio e le sue paure, piuttosto è fondamentale rassicurarlo, cercando di fargli comprendere che non si deve spaventare nell’affrontare un compito o una situazione nuova, non deve temere di perdere qualcosa a cui tiene, né soprattutto pensare che dall’esito della prova dipenda il suo valore come persona.