Parliamo ancora di impetigine, l’infezione di origine batterica che può colpire soprattutto bambini tra i 2 e i 6 anni. Ma cosa dobbiamo fare non appena ci accorgiamo che il bimbo potrebbe essere stato colpito da queste vescicolette? Lo abbiamo chiesto al Professor Giampiero Girolomoni, direttore della Clinica Dermatologica, Ospedale Civile Maggiore di Verona. L’intervista è stata realizzata grazie alla collaborazione con la Federazione Logopedisti Italiana.
Quale il consiglio dell’esperto?
Non appena notiamo la comparsa delle crosticine è fondamentale rivolgersi
subito al pediatra o al dermatologo. Sarà lui a confermare la diagnosi e
prescrivere la cura più indicata.
In cosa consiste?
Quando l’infezione è limitata, è sufficiente prescrivere pomate antibiotiche da
applicare fino alla scomparsa delle crosticine. Quando l’impetigine è più estesa,
è necessario intervenire con antibiotici orali.
Purtroppo però le terapie
sistemiche espongono a un maggior rischio di effetti collaterali.
E il nuovo ritrovato, la retapamulina, che benefici apporta in più?
Questa molecola appartiene a una nuova classe di antibiotici ed è basata su un
meccanismo d’azione originale e di efficacia paragonabile a quella degli
antibiotici orali.
Queste caratteristiche spiegano perché questo nuovo antibiotico
topico costituisca una validissima alternativa alle terapie standard, più efficace e
meno soggetto a fenomeni di resistenza.
Che consigli possiamo dare alle mamme per facilitare la guarigione dei
propri bambini?
Primo, evitare inutili allarmismi. Le mamme tendono a spaventarsi perché
l’impetigine ha un decorso molto rapido, che impressiona. Molte si rivolgono al
pronto soccorso. È bene ricordare invece che di impetigine si guarisce, basta
intervenire tempestivamente e in modo adeguato.
La medicazione è altrettanto importante. Coprire le lesioni con garze sterili
contenenti antibiotici specifici contribuisce non solo a guarire più rapidamente le
lesioni ma anche a evitare la propagazione dell’infezione, sia autoinflitta sia tra
il piccolo malato e i compagni di scuola o di gioco.
Un ultimo consiglio. Se i bimbi contraggono l’infezione durante il periodo
scolastico, è consigliabile tenerli a casa, almeno i primi giorni di terapia
antibiotica.