Oggi, vi presentiamo la prima parte dell’intervista realizzata a Milena Mazzini, insegnante in una scuola primaria. Ha scritto libri per bambini. Conosciamola meglio e non perdete la seconda parte dell’intervista in programma per domani.
* Hai iniziato a scrivere libri quando il tuo primo figlio ti faceva passare le notti in bianco. Ma perchè hai iniziato? Voglio dire, avresti potuto fare qualsiasi altra cosa, invece hai preferito inventare e scrivere…
Be’, sì, ho preferito scrivere per poter ricordare. Molte, infatti, erano le storie che mi venivano in mente e che, lì per lì, inventavo. Ma, purtroppo, un mio grande difetto è la memoria corta e se non mi appunto le cose… sono solita dimenticarle.
Ecco perché ho iniziato a scrivere: per poter dire a mio figlio, a distanza di tempo, quali erano le storie che da piccolo amava ascoltare. Un po’ anche per deformazione professionale, ho l’abitudine di documentare tutto… e questo vale anche per quello che riguarda l’ambito familiare.
Ho addirittura archiviato alcune musicassette dove ho registrato i primi gorgheggi e le prime parole dei miei figli. Albi di fotografie, videocassette, diari… tutte tracce di un fantastico passato. E tra questi documenti ci sono anche le mie storie.
* Come si intitola la tua prima pubblicazione?
La mia prima pubblicazione è recentissima; è infatti del 2006, e s’intitola “Il Clan dei Sabbins”.
* Cosa pensano i tuoi alunni delle tue opere? le conoscono?e i tuoi figli?
Sì, i miei alunni sanno che scrivo e conoscono “Il Clan dei Sabbins”. A scuola ho realizzato con loro dei giochi sul libro, sui personaggi e su alcune parti caratteristiche della storia.
Prima d’allora nessuno aveva letto il mio libro, anche perché era fuori dalla loro portata, essendo in seconda. In seguito però diversi hanno espresso il desiderio di leggerlo e si sono autonomamente adoperati per recuperarlo nelle biblioteche o nelle librerie.
La cosa mi ha fatto enormemente piacere, ma ho apprezzato ancora di più i vari momenti successivi durante i quali mi venivano a dire che lo avevano trovato un “sacchissimo” bello. Questo vale anche per i miei figli, ma credo che, a questo proposito, siano troppo di parte!